Romeo ucciso a Formia,
la madre: verità nascosta

Romeo ucciso a Formia, la madre: verità nascosta
di Angela Nicoletti
Sabato 18 Settembre 2021, 08:48 - Ultimo agg. 20 Settembre, 20:03
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Non crede alla rissa degenerata in omicidio. Anzi è certa che suo figlio Romeo Bondanese (in foto) di appena 17 anni, sia stato ucciso volontariamente da chi, a soli sedici anni, girava per le strade di Formia con un coltello in tasca. Tina Di Nucci, madre dell'adolescente, promessa del calcio, e morto a seguito di un colpo di lama, che gli ha reciso la vena femorale la sera di martedì grasso in via Vitruvio a Formia, non si da pace. Perché l'assassino del suo Romeo, un sedicenne di Casapulla che è agli arresti domiciliari, non avrebbe agito d'impeto ma con un piano ben studiato, per vendetta. Perché i due adolescenti già nelle settimane precedenti il dramma, erano venuti alle mani.

La tragedia del 16 febbraio 2021 è avvenuta a conclusione di una giornata di studio. Romeo, che frequentava l'istituto nautico, è uscito poco prima di cena, per incontrare gli amici, nonostante la «zona rossa» e spezzare quindi per qualche ora il clima di tensione della Pandemia. La lite è arrivata dopo una battuta, un appellativo scherzoso che aveva rivolto a quello che di lì a poco sarebbe divenuto il suo carnefice. «Rodolfo, ehi Rodolfo», aveva urlato Romeo. Un modo di fare che ha irritato l'altro, il 16enne casertano che senza pensarci due volte lo ha aggredito con il coltello. Romeo ha provato a parare i fendenti, ma improvvisamente si è accasciato sulla panchina e tra le grida disperate degli amici, è morto dissanguato. Nonostante il cugino Roberto, anche lui rimasto gravemente ferito da alcune coltellate alla coscia, avesse provato a difenderlo. Davanti a tutto quel sangue l'accoltellatore ha provato a fuggire ma è stato bloccato dagli amici delle due vittime che poi lo hanno consegnato alla polizia. Il sedicenne ha trascorso poche ore nel carcere minorile di Roma perché il magistrato titolare delle indagini, Maria Perna, poco dopo accolse la richiesta di detenzione agli arresti domiciliari presentata dai legali del minorenne campano che nonostante il lockdown e a bordo di uno scooter, dalla provincia di Caserta, aveva raggiunto Formia.

«Non era da solo, con lui c'erano altri sei ragazzi e il coltello che ha ucciso mio figlio non è stato mai trovato - precisa mamma Tina -. Gli amici potrebbero averlo aiutato a far sparire l'arma». Nei giorni scorsi la Questura di Latina, a carico di questo gruppo di giovani, ha emesso 6 Daspo grazie al decreto «Willy», in memoria del ventunenne di Paliano ucciso, come Romeo, al culmine di una lite nel settembre del 2020 a Colleferro.

I sei ragazzini casertani non potranno partecipare per un lungo periodo a eventi pubblici e non potranno più essere protagonisti di risse e litigi: rischiano l'arresto. Mentre il magistrato della Procura dei Minori di Roma ha chiesto una proroga di sei mesi alle indagini, il legale della famiglia Bondanese, l'avvocato Civita Di Russo, ha deciso di contestare l'omicidio preterintenzionale. «Non c'è stata nessuna rissa. Quel giovane aveva accettato il rischio di uccidere arrivando armato a Formia». Un dato questo, che se la parte civile riuscirà a dimostrare, potrebbe cambiare il corso del processo che potrebbe avere inizio non appena le indagini da parte della Squadra Mobile della Questura di Latina e da parte degli investigatori del commissariato di Formia, saranno concluse. «Confido nella Giustizia - ha concluso la signora Tina - e spero che questo mio dolore non debba essere mai più patito da nessuna madre».

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