Sace ottiene l'iscrizione di 48 milioni
nel dissesto, ma con accordo al ribasso

Sace ottiene l'iscrizione di 48 milioni nel dissesto, ma con accordo al ribasso
di Luisa Conte
Sabato 11 Giugno 2022, 09:43
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«Meglio tardi che mai». Potrebbe essere questo il motto per commentare la decisione dell'Organismo Speciale di Liquidazione di ammettere alla massa passiva la richiesta presentata dalla Sace, Servizi per l'Ambiente srl in Liquidazione, per un importo di 47.836.563,12 euro. Ma la ditta di Pagano incasserà, eventualmente, soltanto 37.859.093,86 di euro. La differenza, 9.977.469,26 di euro, sarà versata direttamente alla Unicredit Factoring per fatture cedute dalla Sace a seguito di un accordo che ha consentito «alla società di liberarsi di un debito e alla Banca spiega l'imprenditore casertano - di poter autonomamente contrattare con l'Osl».
Accantonate invece le somme di «117.320 euro per cessione di crediti della Edil Mec e di 957.992,27 euro per pignoramenti presso terzi di creditori procedenti nei confronti della società istante quale debitore esecutato, sino si legge nella deliberazione n. 50 dell'Osl - alla data di assegnazione delle stesse da parte del Giudice dell'Esecuzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere».

Una notizia, questa, che potrebbe far tirare un sospiro di sollievo alla società che per tanti anni si è occupata della raccolta dei rifiuti nella città della Reggia e che da tempo chiede il riconoscimento dei propri crediti.

Ma pare che le cose non siano di così semplice soluzione. La vicenda è non solo lunga ma anche complessa e in gioco non ci sono solo i soldi. «I tempi previsti per legge non sono stati rispettati, ma ci fa piacere che l'Osl abbia compreso la liceità della nostra richiesta anche se in ritardo. Questo rafforza e legittima la nostra scelta di effettuare i pignoramenti per avere garanzie sui nostri crediti e per tutelare i nostri creditori. Adesso attendiamo la proposta che ci sarà presentata per valutare cosa fare. Speriamo che sia compatibile con le nostre esigenze anche se mi aspettavo un incontro con l'Osl perché essendo quello della Sace un credito anomalo in virtù del servizio offerto ci sarebbe dovuta essere un'attenzione particolare che non mi pare ci sia stata. Tra l'altro il Comune è capiente, ha a disposizione i soldi e non deve speculare sui creditori».

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Il tenore delle parole di Pagano non sembra rivelare ottimismo e apre ad un ulteriore periodo di tensione. Oltre alla conferma della bontà dei pignoramenti - il parcheggio sotterraneo in piazza Carlo di Borbone, l'area di proprietà del Comune nell'ex Caserma Pollio e lo stadio Pinto -, l'imprenditore infatti non nasconde i suoi dubbi sulla proposta che gli sarà presentata dall'Osl in merito ai crediti ammessi alla massa passiva. «Si tratta di una decisione che deve tener conto del fatto che il 65% di quella cifra, che sono ricavi e non utili della società, servono per pagare i dipendenti e che dunque non può essere assolutamente ridotta. Sul restante 35% si può valutare l'ipotesi di accettare un adattamento». Pagano avrebbe preferito parlare di «rilancio del lavoro, programmazione economica e progettualità sul territorio», cose alla quali probabilmente sta pensando ma di cui non fa accenno alcuno perché ci sono ancora troppe incognite in campo.

La Sace, infatti, si è vista rifiutare dall'Osl solo lo scoro 29 aprile la somma di 2.451.492,53 euro, «non essendo il credito certo nel suo ammontare e per la pendenza dei procedimenti giudiziari in corso», come indicato dagli esperti del dissesto comunale. E ben altri due giudizi sono pendenti davanti al Tribunale, «giudizi di cui attendiamo la conclusione sottolinea Pagano - per verificare la fattibilità di altre richieste». Intanto, l'Organismo di Liquidazione con delibera n. 51 dello stesso 9 giugno ha ammesso alla massa passiva l'istanza presentata «dall'Agenzia del Demanio Direzione Regionale Campania, per indennità di occupazione dell'area sottostante piazza Carlo III a Caserta, adibita a parcheggio». Degli 8.526.864 euro richiesti, infatti, sono stati concessi solo 178.368 euro con esclusione della somma di 13.965.628 di euro in quanto non dovuta, poiché non ritenuta congrua rispetto ai parametri di riferimento adottati dall'Agenzia del Demanio per il calcolo dell'indennità.
 

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