Dal salva Roma al salva tutti:
anche Caserta spera nel governo

Dal salva Roma al salva tutti: anche Caserta spera nel governo
di Lia Peluso
Domenica 28 Aprile 2019, 14:00
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L'evoluzione del provvedimento «salva Roma» è guardato con attenzione anche dal comune di Caserta in quanto ente in dissesto dal 2011, con una seconda dichiarazione di default avvenuta nell'aprile del 2018. L'assessore alle Finanze di Caserta, Federico Pica, guarda al «salva Roma» come un opportunità non tanto per poter usufruire degli stessi benefit previsti per la capitale ma quanto per poter inserire una norma che preveda una gestione diversa della finanza dei Comuni in caso di dissesto.

La materia è tecnica e di difficile comprensione ma è facile intuire che l'assessore Pica potrebbe puntare ad inserire una sorta di deroga nella gestione dei fondi vincolati, il vero nervo scoperto del bilancio del comune di Caserta. «Il problema nostro - ha spiegato il sindaco Carlo Marino - non è ricevere soldi per chiudere i debiti pregressi, come il caso di Roma. La nostra criticità riguarda la formazione del bilancio e per questo motivo il professore Pica sta preparando una relazione che invierà al ministero dell'Interno chiedendo una modifica della normativa per quegli enti dissestati, come nel caso di Caserta, che non hanno problemi di cassa». Ad essere in sofferenza non sarebbero le casse del Comune, anche se queste ultime lo sono di riflesso, ma i conti del bilancio che potrebbero non trovare un giusto equilibrio e le ragioni di questa situazione sarebbero da ricercare, secondo Pica, dalla dinamica finanziaria che il Comune ha seguito a partire dal 2012.
 
«E' evidente - ha spiegato in diverse occasioni Pica - che nel 2015 (il riferimento è all'anno della gestione commissariale prima che si insediasse l'amministrazione Marino nel giugno del 2016, ndr) vi è sofferenza di cassa, che ha determinato essa stessa la necessità del ricorso alla procedura del piano del riequilibrio pluriennale e che ha determinato la necessità di fare ricorso alla ricontrattazione dei mutui con la Cassa depositi e prestiti, che è risultata necessitata e che ci è stata rimproverata (dalla Corte dei conti, ndr). La sofferenza, come più volte abbiamo avvertito, ha origine nel fatto che il bilancio riequilibrato del 2012 non era affatto riequilibrato; non erano coperti, infatti, importi, di oltre 22 milioni, la stessa cifra riportata nel piano pluriennale di riequilibrio». Gli oltre 22 milioni a cui ha fatto riferimento Pica sono gli stessi, anche se l'importo complessivo è stato ridotto a seguito delle manovre di risparmio, che poi hanno determinato la necessità di dichiarare il dissesto nell'aprile del 2018 perché il piano di riequilibrio pluriennale era stato bocciato dalla Corte dei conti ed il bilancio non poteva essere riequilibrato nonostante la gestione corrente del Comune fosse positiva nel 2018 e pari a circa 7 milioni e seicentomila euro. Alle casse di palazzo Castropignano, più che un «salva Caserta», servirebbe secondo Marino e Pica una norma ad hoc per il Comune che consentisse di chiudere la partita del disavanzo pregresso senza toccare la gestione ordinaria (entrate e spese di parte corrente) dell'Ente. Intanto, fra qualche settimana il ministero dell'Interno dovrebbe «licenziare» in maniera definitiva anche il bilancio stabilmente riequilibrato predisposto dal Comune a seguito del dissesto dichiarato un anno fa. Entro il 15 maggio il ministero dovrà comunicare a palazzo Castropignano se il Consiglio potrà procedere nell'approvare, in maniera definitiva, il bilancio oppure saranno necessari ulteriori accorgimenti. Da Novembre, quando è stato approvato per la seconda volta il bilancio riequilibrato dal Consiglio, l'assessore Pica ha continuato le interlocuzioni con il ministero ed oggi il dibattito politico sul caso di Roma avrebbe rafforzato l'idea di Pica di spingere affinché la normativa relativa alla gestione del dissesto potesse prevedere delle deroghe per dei casi eccezionali. La situazione finanziaria del comune di Caserta, per Pica, sarebbe singolare al punto da spingerlo a scrivere un libro che a breve sarà anche pubblicato.
 
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