Salvi 200 operai Jabil, nasce
una Newco tra Tme e Invitalia

Salvi 200 operai Jabil, nasce una Newco tra Tme e Invitalia
di Emanuele Tirelli
Sabato 4 Dicembre 2021, 07:42 - Ultimo agg. 07:50
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Buone nuove sul fronte Jabil Marcianise. Soprattutto, ma non solo, per i lavoratori in esubero. Duecento dipendenti saranno assorbiti da una newco, costituita ieri sera presso il ministero dello Sviluppo Economico alla presenza della viceministra Alessandra Todde e dell'assessore regionale alle Attività produttive della Campania Antonio Marchiello.

La nuova realtà vede il 51 per cento del capitale di Tme, società che fa capo all'imprenditore Aniello Stellato con sede a Portico di Caserta, e impegnata nel settore delle infrastrutture ferroviarie. Il restante 49 per cento è invece di Invitalia, agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, di proprietà del ministero dell'Economia. Informazioni più dettagliate sono annunciate per la prossima settimana, direttamente da Tme e in attesa delle considerazioni dei sindacati. I 200 lavoratori non perderanno i diritti contrattuali e previdenziali già acquisiti, ma il loro assorbimento sarà graduale.


La mancanza di commesse di lavoro ha portato la multinazionale americana ad avviare nel 2019 una vertenza che allo scorso giugno faceva registrare la fuoriuscita di 220 addetti su 700 totali: la loro ricollocazione è stata spesso oggetto di battaglie, confronti e dell'intervento, anche recente, della viceministra. Poco più di un mese fa, infatti, la Todde ha dichiarato: «Il tema Orefice è da gestire. Quei lavoratori non saranno abbandonati e saranno reintegrati in progetti più concreti». Si riferiva ai 23 ex Jabil che nel 2020 erano stati assunti dall'azienda sarda ed erano stati oggetto della comunicazione di un trasferimento nel sito produttivo di Sestu, in provincia di Cagliari.

Sempre durante la primavera scorsa, invece, sono stati annunciati altri sei mesi di cassa integrazione per scongiurare eventuali licenziamenti fino alla fine dell'anno. Poco dopo, lo stabilimento marcianisano ha comunicato al ministero dello Sviluppo Economico e ai sindacati che la sua nuova mission sarebbe coincisa con la produzione di schede elettroniche e con l'assemblaggio di prodotti finiti per i settori di Difesa, aerospazio e green economy. Dopo i 220 fuoriusciti e i 200 da assorbire nella newco, la Jabil conta un organico di 285 dipendenti e un settore produttivo di riferimento che guarda alla transizione ecologica.

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«È davvero una buona notizia», ha commentato Beniamino Schiavone. Il presidente di Confindustria Caserta ha espresso immediatamente grande soddisfazione per le sorti dei lavoratori e della stessa Jabil, e per la crescita di Tme. «Rappresenta un passo in avanti importante rispetto a una vertenza che ha destato preoccupazione per l'industria e per tutto il territorio. Questa operazione è importante per diversi motivi. Vuol dire che la Tme ha intenzione di ampliare la propria attività in Terra di Lavoro, in un momento di grande difficoltà. E vuol dire che ha realizzato un piano industriale concreto e serio, tant'è che sono state valutate le commesse già acquisite con clienti diversi: questo significa stabilità per il futuro». Secondo Schiavone si tratta anche di un «bel messaggio per gli imprenditori, di fiducia, per continuare a crederci e a investire».

Anzi, per il presidente di Confindustria Caserta, con una sola operazione si riescono a centrare due grandi traguardi. «Credo che sia l'opportunità più concreta di quelle presentate fino ad ora. Da un lato abbiamo la messa in sicurezza di un'azienda in crisi, che riuscendo a risolvere la vertenza potrà rilanciarsi sul mercato restando sul territorio casertano. Dall'altro abbiamo un imprenditore locale che rilancia la propria azienda con grande coraggio, investendo ulteriormente nella nostra provincia nel periodo più buio dell'economia del Paese dal Dopoguerra a oggi. Non dimentichiamo che l'industria sta attraversando grandi complessità: aumento dei costi delle energie, difficoltà di reperire semiconduttori, e ostacoli nei trasporti marittimi, soprattutto quelli provenienti dal sud est asiatico. Che questa vicenda porti alla ricollocazione a pochi chilometri di distanza tra un'azienda e l'altra, ci dà un'iniezione di fiducia per continuare a guardare in avanti».
 

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