«San Leucio, gli affreschi in rovina per l'umidità»

in rovina il Bagno di Maria Carolina

Gli affreschi in rovina a San Leucio
Gli affreschi in rovina a San Leucio
di Lidia Luberto
Mercoledì 11 Gennaio 2023, 09:04
4 Minuti di Lettura

Tra poco non ci sarà più niente da fare. Perché, nonostante gli allarmi, gli appelli, le petizioni, ancora non si è intervenuti in modo efficace e il degrado avanza irreversibilmente soprattutto nel Bagno di Maria Carolina del Belvedere di San Leucio. E non solo. Infatti, anche molti altri affreschi dello stesso appartamento mostrano gravi segni di degrado. Alcune pareti sono aggredite dall'umidità, le pitture murali sono, appunto, danneggiate e stanno perdendo i loro colori, in particolare, nel Bagno di Maria Carolina, che sembra del tutto abbandonato, si avverte forte un preoccupante odore di muffa. Dunque, non c'è più tempo e il Fate presto accorato arriva, anche questa volta, l'ennesima, dalla sezione casertana di Italia nostra, Antonella Franzese.

Con una lettera inviata a Ministero della cultura, alla Segreteria Regionale del Mic, alla Soprintendenza ai beni artistici di Caserta e Benevento, al Sindaco del Comune di Caserta, l'ente proprietario del Belvedere, a firma di Maria Rosaria Iacono, presidente della sezione casertana dell'associazione, viene segnalato il grave stato di degrado degli affreschi nell'appartamento Reale del Belvedere di San Leucio, Caserta.

Sito UNESCO.

Video

«Il degrado degli affreschi è dovuto probabilmente all'umidità e all'assenza di monitoraggio e manutenzione degli stessi, molto delicati», si legge nella denuncia che riguarda, appunto, tutto l'appartamento oltre al bagno di Maria Carolina. «Realizzati tra il 1776 e il 1794 da pittori attivi anche nella decorazione della Reggia di Caserta come Fedele Fischetti e J. Ph. Hackert, a cui si deve la decorazione del bagno Grande o bagno della Regina dell'appartamento reale, con la tecnica ad encausto. A causa dell'umidità degli ambienti, gli affreschi - continua Italia Nostra - furono oggetto di numerosi interventi già a partire dai primi decenni del XIX secolo. Per esempio, un intervento di restauro conservativo della volta della Galleria Grande è già documentato nel 1823».

E ce ne sono stati anche altri successivi che, però, non possono, una volta terminati, finire lì. «In altri termini - spiega Iacono - non basta effettuare lavori di restauro e pensare che tutto sia a posto per sempre. Per la delicatezza degli ambienti è necessario, infatti, tenerli costantemente sotto controllo, verificarne periodicamente lo stato, monitorare qualsiasi variazione di temperatura e umidità, per evitare di intervenire, poi, quando i danni sono ormai irreversibili. Un discorso che vale per tutto il sito: dal Belvedere, appunto, alla filanda, ormai chiusa e inutilizzata da anni. Soprattutto per il Bagno di Maria Carolina non c'è tempo da perdere, anche perché - sottolinea Iacono - l'intervento in quell'ambiente è piuttosto difficile e complesso».

Una chicca, il bagno, che si trova al secondo piano dell'edificio del Belvedere, più che altro una vera e propria «sala con piscina». La stanza ospita, infatti, una vasca ovale in pietra di Mondragone, arricchita da decorazioni realizzate con la tecnica dell'encausto dal pittore tedesco Philipp Hackert. L'ambiente ricorda le antiche terme romane, e fu realizzata trasformando gli spazi di servizio collocati tra l'edificio principale e l'opificio a ridosso della parete collinare. Ed è proprio qui il problema maggiore: non c'è l'isolamento necessario che eviti le costanti e continue infiltrazioni di umidità fra le due pareti.
Da qui l'appello di Italia nostra: «Si chiede, alle Istituzioni in indirizzo - continua la missiva - di verificare urgentemente lo stato degli ambienti e delle decorazioni dell'Appartamento Reale del Belvedere di san Leucio e di intervenire secondo la normativa vigente per la necessità di salvaguardare l'integrità e l'unicità di un bene inserito nella lista UNESCO».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA