San Leucio incanta i cinesi:
record di turisti sulla via della seta

San Leucio incanta i cinesi: record di turisti sulla via della seta
di Lidia Luberto
Domenica 7 Aprile 2019, 14:30
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La via della seta ormai è aperta e ricca di opportunità e prospettive. Lo hanno attestato tutti i funzionari, i diplomatici, gli operatori culturali della delegazione cinese del Distretto Zhoucun e della provincia dello Shandong, che ieri, al Belvedere di San Leucio, hanno partecipato all'inaugurazione della mostra «La nostra via della seta» e al seminario sulle «Opportunità commerciali e turistiche dell'intesa con la Cina».

«Il 2020 sarà l'anno nel quale si registrerà il picco dei flussi turistici in Italia: dove va il nostro Presidente arrivano i nostri connazionali», ha affermato Yang Bo, direttore dell'ufficio nazionale del turismo cinese a Roma. «Perciò vi invitiamo a rendere stabili i rapporti culturali, economici e turistici fra Caserta e il nostro Paese». Ed è stato questo, in fondo, il file rouge che ha legato gli interventi della mattinata di lavoro. Dal prefetto Raffaele Ruberto che ha sottolineato l'importanza degli scambi culturali fra i vari Stati in quanto questi «presuppongono e favoriscono relazioni di pace e possono aprire ampi scenari di sviluppo», al sindaco Carlo Marino che ha affermato: «La nostra via della seta riparte dal luogo dove la volle l'utopia di Ferdinando, e da qui vogliamo aprire la strada ad una nuova e più ricca stagione di crescita e di sviluppo, coniugando tradizione e innovazione, storia e turismo». Per il vice sindaco Franco De Michele, tra i componenti della delegazione, che nello scorso mese di ottobre si recò nello Shandong, dove furono gettate le basi dell'evento di ieri «l'auspicio è che il Belvedere di San Leucio diventi attrattore dei flussi turistici favoriti dalle buone relazioni avviate con la Cina, nonché l'incubatore di interessi economici e culturali». Anche il presidente della Camera di commercio, Tommaso De Simone, e quello dell'Unione industriali, Gianluigi Traettino, hanno manifestato la soddisfazione per la nascita dell'importante rapporto e auspicato che «quello di oggi (ieri, ndr) non sia un fatto episodico e neppure un'opportunità spot ma l'inizio di un percorso più attento e approfondito». Anzi da Traettino è arrivata anche una proposta, solo apparentemente ambiziosa: «Caserta ha un'altra peculiarità in comune con la Cina, oltre alla seta - ha detto - ospita la piazza (Carlo III) più grande d'Italia e, allora, chissà che non si possa sognare di gemellarla con piazza Tienanmen».
 
Gustavo Ascione, il presidente del Consorzio San Leucio Textile, è convinto che «i contatti nati all'interno di una cornice istituzionale aprano grandi prospettive anche ai produttori della seta. La Cina è un mercato enorme e a noi interessa entrarvi con la nostra qualità sotto il marchio del made in Italy».

L'imperativo categorico per italiani e cinesi, espresso a chiare lettere da Tang Jing, vice direttrice del Dipartimento di Creazione e produzione del Centro di scambio culturale cinese e straniero, è quello, dunque, «di rendere stabili i rapporti culturali, economici e turistici fra la provincia di Shandong e Caserta». Quasi, una vicinanza di elezione, una sorta di affinità elettiva, peraltro, quella esistente fra Caserta e Shandog. «La nostra provincia costituisce il polo orientale della via della seta e Caserta quello occidentale: da qui l'inevitabilità del gemellaggio e della collaborazione» ha aggiunto Jiang Lei, segretario generale del Centro di scambio culturale internazionale dello Shandong. «Nonostante la Cina sia lontana, questa distanza non ha separato occidente e oriente. Perciò, oggi più che mai è importante scrivere nuova pagina della nuova via della seta», ha affermato Zhang Hongxia, responsabile della Sezione per la promozione del Centro antico del Distretto di Zhoucun.

Particolarmente emozionante è la mostra fotografica «La nostra via della seta», da cui tutta l'iniziativa ha avuto origine. «Portai Zeng Yi, critico e curatore della rassegna, che era mio ospite, in visita al Belvedere di San Leucio racconta Massimo Sgroi, curatore per l'Italia della esposizione e lui se ne innamorò, come anche della storia della nostra seta e dell'utopia di Ferdinando. Da qui è nato l'evento che ha portato la mostra a Caserta prima ancora che a Londra». Il taglio del nastro nell'antica Filanda, finalmente riaperta dopo anni di abbandono, con i saluti dell'assessora Tiziana Petrillo e la lettura critica dei due curatori, Sgroi e Zeng Yi. In esposizione 171 opere fotografiche, selezionate tra più di 8000 scatti di artisti provenienti da 83 Paesi. Si tratta di un percorso, attraverso sentieri, città, strade, villaggi percorsi o abitati da popoli diversi tutti distribuiti sulla via della seta.
 
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