Agenti del carcere sotto inchiesta,
i detenuti festeggiano con fuochi d'artificio

Agenti del carcere sotto inchiesta, i detenuti festeggiano con fuochi d'artificio
Venerdì 12 Giugno 2020, 13:38 - Ultimo agg. 13 Giugno, 07:35
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Festeggiamenti dei detenuti in cella e, la sera, anche fuochi d'artificio fatti esplodere all'esterno dai loro familiari: è successo anche questo, ieri, a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, mentre la polizia giudiziaria notificava agli agenti della polizia penitenziaria i provvedimenti (57 decreti di perquisizione) richiesti dall'autorità giudiziaria che sta indagando sui presunti pestaggi avvenuti lo scorso 6 aprile nell'istituto di pena dopo le rivolte innescate a causa delle restrizioni dettate dall'emergenza sanitaria. Gesti, questi, che hanno fatto crescere il senso di abbandono dello Stato nei poliziotti penitenziari.
 

 

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Le ipotesi di reato, tra le quali figurano anche la tortura e l'abuso di potere, stanno facendo aumentare il senso di abbandono dello Stato che nutrono ormai i poliziotti penitenziari che ormai si sentono «vittime»: non riescono neppure a digerire le modalità «spettacolari» adottate per notificare i decreti, con gli agenti fermati dai carabinieri fuori al carcere per essere identificati, anche di fronte ai familiari dei detenuti.

Stato di agitazione e astensione dalla mensa ordinaria di servizio in tutte le carceri della regione Campania, a partire da oggi: è quanto hanno proclamato i sindacati di Polizia Penitenziaria Osapp, Sinappe, Uil. P.A., PP FNS CISL, Uspp e Cnpp che, in una nota congiunta, annunciano anche «la definizione di ulteriori eventuali forme di protesta, in assenza di segnali da parte dei vertici amministrativi». La decisione è stata presa a seguito di quanto avvenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dove sono stati notificati dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria ad agenti ritenuti coinvolti nei presunti pestaggi in cella.
 

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