Nomi in codice: “documenti”, “vongole”, “libretti”, “cose buone”, Tradotto: dosi di droga, cocaina e hashish. L’interpretazione del linguaggio criptico usato da un gruppo di spacciatori attivi nella provincia di Caserta è alla base dell’inchiesta che ha sgominato una banda di pusher, tra i quali il giovanissimo Giovanni Cestrone, figlio del compianto Tommaso, l’“angelo di Carditello”, storico custode del Real sito che si batté per strappare all’incuria il monumento.
Sono dieci le persone finite agli arresti per mano dei carabinieri. Per una undicesima sono stati disposti i domiciliari.
Inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli - pool diretto dall’aggiunto Luigi Frunzio - affidata ai carabinieri della stazione di San Prisco, fotografa il fenomeno dello spaccio nel periodo compreso tra il 2015 e il 2016, nei comuni a ridosso di Caserta.
In carcere:
Paolo Buono
Giovanni Cestrone
Maria Castrillo
Tommaso D’Angelo
Francesco Dell’Imperio
Pasquale Farina
Vincenzo Mauro
Dario Mingione
Marcello Benedetto Paolella
Pasquale Regino
Ai domiciliari:
Domenico Funicello
Scoperto il codice dei pusher:
«vongole» per ordini coca e hashish
di Mary Liguori
Martedì 10 Luglio 2018, 11:31
- Ultimo agg. 11:41
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