Genitori e docenti mobilitati:
«Ora basta, bisogna tornare in aula»

Genitori e docenti mobilitati: «Ora basta, bisogna tornare in aula»
di Milly Vigliano
Lunedì 18 Gennaio 2021, 08:00 - Ultimo agg. 09:08
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Stop scuole chiuse: nasce il coordinamento casertano per la riapertura degli istituti scolastici. I continui rinvii sulla riapertura delle scuole hanno moltiplicato ed intensificato la mobilitazione per il rientro in classe ed il ritorno alla didattica in presenza. Così, anche in Terra di lavoro non mancano le iniziative in proposito. Nasce, infatti, il gruppo operativo «Scuole aperte Terra di Lavoro», al fine di rivendicare il diritto degli studenti alla didattica in presenza con la riapertura degli istituti scolastici. Un’iniziativa, che ha raccolto già molte adesioni, promossa in particolare da docenti e genitori, i quali denunciano gli enormi danni provocati dalla didattica a distanza agli studenti, bambini ed adolescenti: sia in termini di apprendimento, che relazionali ed affettivi. 

I promotori hanno ritenuto necessario costituire un coordinamento provinciale soprattutto a seguito dell’ultima ordinanza firmata dal governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. In proposito gli esponenti del gruppo di coordinamento scuole aperte sottolineano: «La scelta di costituire un coordinamento provinciale si è resa necessaria dopo l’ennesima ordinanza a firma di De Luca che dispone, ancora una volta, la sospensione delle attività didattiche in presenza a partire dalla classe quarta della scuola primaria, nonostante la Regione sia ormai in zona gialla e il Dpcm preveda a partire da lunedì 18 il ritorno graduale in presenza al 50% fino al 75% degli studenti delle scuole superiori nelle zone gialle e arancioni. Nella stessa ordinanza si dispone anche la chiusura delle mense scolastiche, che crea ulteriore disagio, né si tiene conto delle differenze tra grandi e piccoli comuni». Ma ciò che preoccupa i promotori del coordinamento casertano, non è solo l’aspetto didattico-formativo, ma anche i possibili risvolti dal punto di vista sociale.

«La scelta - sottolineano gli esponenti del Gruppo-, oltre a produrre gravi danni sulla formazione dei bambini e degli adolescenti, determina una disparità di trattamento sia rispetto alle scuole di altre regioni italiane ed europee, sia rispetto alle aperture delle attività economiche.

A ciò si aggiungano i pesanti risvolti sociali di queste decisioni, che aumentano il divario tra gli studenti, penalizzando quelli appartenenti alle fasce più deboli e favorendo la dispersione scolastica. Anche i giudici amministrativi si stanno pronunciando contro le ordinanze restrittive dei presidenti delle Regioni (vedi TAR Lombardia, TAR Puglia, TAR Friuli Venezia Giulia)». Dunque, ciò che chiedono a gran voce gli esponenti del «gruppo di coordinamento scuole aperte» è che la politica regionale e locale acceleri il rientro a scuola, al fine di scongiurare anche ulteriori danni o disparità dal punto di vista sociale. Un rientro, tuttavia, fattibile solo mettendo in campo tutti gli strumenti possibili per aumentare la sicurezza all’interno degli istituti scolastici: screening settimanale della comunità scolastica, precedenza al personale, docente e amministrativo, nella somministrazione del vaccino, trasporti dedicati (soprattutto per gli studenti delle superiori). 

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«È intenzione del gruppo presentare ricorso al Tar Campania per chiedere l’annullamento dell’ordinanza De Luca», concludono i docenti e i genitori promotori del gruppo operativo «Scuole aperte Terra di Lavoro». Tra l’altro, il coordinamento «Scuole aperte in terra di lavoro» ha già infatti molti aderenti nei vari Comuni della provincia di Caserta, in particolare: Santa Maria Capua Vetere, Caserta, San Prisco, Sparanise, San Tammaro, Casapulla, Casagiove, San Nicola la Strada, Capua, Marcianise e Aversa. 

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