A suo avviso il magistrato non aveva capito nulla di quel processo, un procedimento di appello di una causa proveniente dall'ufficio del giudice di pace di Afragola. Allora Lello Santulli, avvocato ottantenne di Aversa ha reagito in maniera singolare dopo aver letto la sentenza che aveva ritirato poco prima nella vicina cancelleria civile del tribunale di Napoli Nord ospitata nel prestigioso Castello aragonese di piazza Trieste e Trento ad Aversa. È entrato nell'aula di udienza dove era presente il magistrato che aveva redatto il provvedimento giudiziario. Qualcuno dei presenti ha capito che stava per succedere qualcosa ed ha chiesto al legale cosa volesse. Questi, per tutta risposta, ha accartocciato i fogli e li ha scagliati contro il giudice che aveva pronunciato la sentenza incriminata, ovviamente sfavorevole per il suo assistito nel processo di secondo grado che si è svolto presso il tribunale aversano.
A rendere noto l'accaduto un comunicato dell'associazione nazionale Magistrati e lo stesso avvocato Santulli che si è rivolto alla stampa per spiegare le sue ragioni, condivisibili o meno che siano. La denuncia è venuta dal segretario della giunta esecutiva sezionale dell'Anm del distretto di Napoli, Cristina Curatoli la quale «esprime solidarietà e vicinanza alla collega Cristina Capone, giudice civile presso il tribunale di Napoli Nord, per il gesto subìto prima dell'inizio dell'udienza dello scorso venerdì 22 settembre, ad opera di un avvocato che, una volta entrato nell'ufficio della collega, ed in presenza di un Aup (un addetto all'ufficio del processo, ndr), ha raccolto dei fogli contenenti una sentenza a lui sfavorevole, per poi accartocciarli e gettarli contro il magistrato».
La giunta di Napoli dell'Anm nello stesso comunicato «stigmatizza con forza l'operato dell'avvocato che, per manifestare disappunto verso una decisione giudiziale è ricorso ad un atto irrispettoso che lede la dignità e il prestigio della magistratura». Di «vicenda spiacevolissima» ha parlato il presidente della sottosezione Anm di Napoli Nord Giuseppe Cioffi che ha continuato: «Quale che possano essere le ragioni del professionista è un gesto che non fa onore all'avvocato. Non è un problema tra magistratura e avvocatura, ma solo il caso di una persona che ha fatto un atto che non si fa, un'azione non simpatica. Bisogna avere rispetto reciproco e, soprattutto, rispettare i ruoli. Anche se non credo nelle scuse postume. Mi auguro che queste giungano da parte del professionista».
Da parte sua l'avvocato Santulli non rinnega il gesto messo in atto e afferma: «Non solo l'ho fatto, ma l'ho anche messo per iscritto». A suo avviso il magistrato non avrebbe prestato la dovuta attenzione nel giudicare il caso. Un atto che si è propagato immediatamente nel Castello aragonese di Aversa, teatro dell'episodio e per alcuni giorni non si è parlato di altro, ovviamente con giudizi diversi su quanto accaduto. Santulli, oramai ottantenne, non è un avvocato qualsiasi ad Aversa, dove è molto noto. Oltre ad essere stato consigliere comunale nelle file del Partito Comunista Italiano negli anni Ottanta, è un partecipante attivo alla vita socio-politica cittadina.
Non a caso, è stato l'ideatore del «Question Time» cittadino nel corso del quale gli aversani potevano rivolgere direttamente al sindaco e agli assessori di turno le proprie domande sull'attività politico-amministrativa svolta. Inoltre, nonostante l'età, è presente a quasi tutti gli eventi socio-politici cittadini non rimanendo mai muto spettatore. Insomma, quello che molti definirebbero uno spirito libero. Non a caso è lui stesso a suggellare il tutto con un finale ad effetto: «In precedenza ho avuto altri sette procedimenti disciplinari collegati alla professione forense e in tutti e sette i casi ne sono uscito con un proscioglimento, qualcosa dovrà pur significare». Quello che è certo è che si è di fronte ad un atto unico e che, quasi certamente, rimarrà tale.
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