Pronto soccorso chiuso,
disagi a catena nel Casertano

Pronto soccorso chiuso, disagi a catena nel Casertano
di Pierluigi Benvenuti
Lunedì 19 Settembre 2022, 11:04
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Il destino dell'ospedale San Rocco è sempre più in bilico. L'ultimo colpo in ordine di tempo alla funzionalità del nosocomio aurunco è stato inferto con la decisione di accorpare le unità operative complesse di cardiologia e medicina generale. Il provvedimento risale all'agosto scorso ed è stato assunto dalla direzione sanitaria d'intesa coi vertici dell'azienda sanitaria di Caserta.


Un provvedimento d'emergenza determinato dalla carenza di dirigenti medici nel reparto. Tra pensionamenti e trasferimenti volontari in altri ospedali, in servizio al San Rocco sono rimasti pochissimi medici. Un numero insufficiente per far fronte a tutte le esigenze e per assicurare la copertura lungo tutte le ventiquattro ore dei turni di guardia in pronto soccorso che, in ospedali delle dimensioni di quello aurunco, sono assicurati dai medici del reparto di medicina. «Anzi - spiega il vice direttore sanitario Antonino Passaro - si riesce a tenere aperto il pronto soccorso solo grazie alla disponibilità dei colleghi di altri reparti, che eseguono turni aggiuntivi. La mancanza di personale si è unita alla carenza di spazi, per i lavori di ristrutturazione del complesso. Questo ha portato alla riduzione dei posti letto del reparto di medicina, scesi dai sedici iniziali prima a dieci e poi addirittura a due soli». Questi ultimi sono stati appoggiati all'interno dei locali destinati all'unità operativa complessa di cardiologia, «per la quale sono stati confermati i sette posti letto a cui si aggiungono i tre di terapia intensiva. I degenti che arrivano e necessitano di essere ricoverati in medicina e non possono essere smistati in altri ospedali sono curati direttamente nel pronto soccorso», aggiunge Passaro.
Si tratta comunque di una misura di carattere temporaneo.

Già dagli inizi di ottobre il reparto dovrebbe essere riaperto in conseguenza dell'inaugurazione di nuovi spazi dove si trasferirà la cardiologia e dell'arrivo di almeno un nuovo dirigente medico.

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La situazione però resta critica, a dicembre andrà in pensione un altro professionista, e c'è il rischio di una chiusura. Al punto che il direttore della cardiologia, Di Lorenzo, in una lettera al direttore sanitario del San Rocco e al direttore generale dell'Asl di Caserta parla di una morte annunciata ed invoca un Piano Marshall' per il nosocomio aurunco. «La scomparsa de facto della medicina sta provocando la distruzione anche della cardiologia. La fuga dei medici, associata al cronico rifiuto dei vincitori di concorso ad accettare la sede lavorativa di Sessa Aurunca, avrebbe dovuto costituire un campanello d'allarme su quanto la nostra risulti una sede sgradita e disagiata. O l'ospedale viene messo in condizioni di operare o è meglio chiuderlo, nell'interesse di tutti, si legge nella nota.

La situazione è diventata subito oggetto di polemica politica. Il consigliere comunale di opposizione Alberto Verrengia sostiene che sia «in atto un progetto di smembramento e ridimensionamento del San Rocco per faide politiche di qualche partito al governo cittadino e regionale». Bolla come «inaccettabile il silenzio delle istituzioni locali sulla vicenda» e in un'interrogazione chiede al sindaco Di Iorio «quali provvedimenti intenda assumere». Per l'amministrazione comunale il vice-sindaco Italo Calenzo spiega: «Abbiamo appreso dai social quanto sta accadendo. Già nei mesi scorsi, il sindaco ha inviato una nota ai vertici dell'Asl chiedendo provvedimenti a tutela del nostro ospedale. È di un presidio importante per tutto il comprensorio aurunco e domiziano. Faremo quanto è nelle nostre possibilità e competenze per difenderlo».
 

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