Deputata Pd sotto inchiesta: le short list dei raccomandati e i fondi del welfare usati per prendere voti

Deputata Pd sotto inchiesta: le short list dei raccomandati e i fondi del welfare usati per prendere voti
di Mary Liguori
Sabato 25 Novembre 2017, 12:42 - Ultimo agg. 16:33
4 Minuti di Lettura

I requisiti dei candidati non contano nulla. I curricula? Carta straccia. Non avere i titoli di studio richiesti per un determinato posto di lavoro non è un problema. L’unica cosa che conta è far parte del cerchio magico del Pd di Caserta. Una élite che tra il 2013 e il 2015 avrebbe manipolato posti di lavoro e appalti collegati ai servizi socio-assistenziali gestiti dall’Ambito C8 di cui è capofila Santa Maria Capua Vetere. «Un’associazione per delinquere», secondo il gip Alessandra Grammatica «con a capo l’ex sindaco Biagio di Muro».

Lo scheletro dell’ordinanza che ieri ha portato al secondo arresto in due anni per l’ex primo cittadino è un sistema «consolidato» di favori che assicuravano un bacino di voti tale da consentire a Di Muro di tenersi stretto il suo «regno», Santa Maria Capua Vetere, e avere un peso specifico all’interno del partito. Il gip ricostruisce quanto accaduto in occasione delle elezioni regionali 2015. E scrive che «i titolari delle associazioni che si erano aggiudicate gli appalti “ludobus-babysitting e “ads disabili” grazie al sistema collusivo-fraudolento, si impegnarono per procacciare voti a favore di Stefano Graziano allo scopo di consentire alla politica “dimuriana” di sostenere il candidato poi eletto in consiglio regionale». Graziano risulta estraneo ai fatti e non è indagato.

Da un lato gli appalti, dunque, dall’altro l’assunzione degli operatori da impiegare nei vari comuni dopo l’affidamento dei servizi. Quella che il gip definisce «associazione per delinquere» operava dunque su più fronti, ma con un solo scopo: garantire supporto elettorale al Pd attraverso colui che all’epoca dei fatti era il principale esponente locale dei Dem, ovvero Biagio Di Muro. Del cerchio magico, però, facevano parte secondo la procura anche la deputata Camilla Sgambato e l’ex segretario provinciale Raffaele Vitale: entrambi sono destinatari di avviso di garanzia per abuso d'ufficio concorso perché «segnalarono» persone «amiche» e furono quindi «predisposte le condizioni affinché Carmela Fusco, laureata in lingue e letterature straniere, e Gina De Simone, laureata in giurisprudenza, potessero partecipare al concorso per “referente per la progettazione, la comunicazione, il monitoraggio, la valutazione e il sistema informativo”». Furono quindi raccomandate due candidate il cui curriculum era privo di collegamento funzionale con l’area professionale in questione. Prima della prova orale alle due furono comunicate le domande che la commissione di esame avrebbe poi formulato. Anche in questo caso, sarebbe stato fondamentale il ruolo di Roberto Pirro in commissione. L'ex dirigente d'ambito è destinatario di misura cautelare in carcere ma si trova attualmente all'estero. 

«I segnalati dalla politica» dunque venivano inseriti nella short-list di varie figure professionali da utilizzare per i servizi di competenza babysitting, Osa per disabili e anziani nonché registro degli assistenti familiari. In debito per aver vinto l’appalto in maniera fraudolenta, le cooperative avevano poi l’obbligo di assumere persone selezionate dall’organo tecnico del Comune. In ambientale i carabinieri hanno registrato un dialogo tra Pirro e Fusco che secondo il gip fotografa un una prassi consolidata e comune a molti politici, anche di altri municipi dell’ambito. «Questa qui - dicono i due riferendosi a una candidata - fa un po’ da segreteria a Camilla Sgambato, è impossibile, se la sono dimenticata, ce la metto io... me l’ha detto a voce, me l’ha detto a me Camilla.

Questa qua invece me l’ha raccomandata Aniello Sacco» (non indagato, ndr). «Ha firmato pure un direttore generale dell’Asl... scrivono a me! - continua Pirro - Ma voi non avete idea...quindi Carmela ti sto dando un tesoro in mano...». Si fa poi riferimento a «la segnalata di Capua, mi ha telefonato... la mamma di Luca Damiano, l’assessore di Capua» (non indagato, ndr). Il rendiconto è sempre il riscontro elettorale dell’ex sindaco. «La famiglia Di Muro - dice Anna Fusco intercettata e tra gli indagati - aveva una forza politica che oggi Biagio purtroppo non ha ed è costretto a tenersi alcune persone che lo aiutano a mantenere la maggioranza».  

© RIPRODUZIONE RISERVATA