Una ragazza aveva investito tutti i risparmi del padre per partecipare a un presunto concorso indetto dalla Guardia di finanza. Meglio: aveva usato quel denaro per pagare chi l'avrebbe raccomandata e preparata per superare il concorso; il progetto era quello di entrare, come dipendente civile, nelle fiamme gialle. Ma il giorno indicato per la prova, al comando generale della guardia di finanza in via De Pretis a Napoli, non c'era nessuno. All'improvviso, un burrone di bugie si è aperto sotto ai piedi della ragazza e di quanti, come lei, speravano in un lavoro.
Niente concorso, nessuna fila per accedere ai test, solo i volti dei militari davanti alla caserma, basiti: «No, qui non c'è nessuna prova», avrebbero detto a lei e ad altri 20 giovani. A quel punto, la ragazza è tornata a Marcianise e ha denunciato l'avvocato che aveva promesso a lei e ad altri venti ragazzi di superare il concorso in cambio del pagamento di 20mila euro per presunte lezioni elargite. Superando la porta del commissariato di polizia di Marcianise, la ragazza ha con coraggio raccontato tutto.
Approfittando del periodo del Covid 19, l'avvocato aveva chiesto ai suoi «studenti» del denaro in vista del maxi-concorsone che puntualmente subiva un ritardo per via delle restrizioni da Covid. Ma quanto sarebbe riuscito a intascare, in tutto? La somma stimata per la truffa aggravata è pari a 500.000 euro.
Un filo rosso lega la piccola-grande indagine di Marcianise a quella di Napoli venuta a galla due anni fa che si basava su un giro di mazzette per far superare i concorsi nelle forze armate a chi non aveva i requisiti. Rolex, scarpe, ma soprattutto soldi venivano dati in cambio di promesse. Nel 2021, furono quattordici i mandati di custodia cautelare spiccati dalla Procura di Napoli tra corrotti e corruttori. Spuntò non solo un giro di soldi, ma anche la pratica di fabbricare false certificazioni di tamponi anti-covid con esito negativo mai realmente effettuati. Servivano per frequentare dei corsi di formazione presso la Scuola di formazione e aggiornamento del Corpo di polizia penitenziaria di Portici. Quindi una serie di illegalità di non poco conto. Ora, si riparte da Marcianise con un'inchiesta portata avanti dal dirigente Valerio Consoli.
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