Nulla di fatto per l’ennesimo tentativo di vendita del complesso sportivo Palamaggiò di Castelmorrone, ricadente nel fallimento della Vittippi, una società in liquidazione nata dall’emanazione del gruppo Maggiò, dichiarata fallita nel 2004 dopo un concordato preventivo non riuscito. Dopo 17 aste andate deserte, lo scorso ottobre il curatore fallimentare, avvocato Raffaele Trotta, ha proceduto per una forma diversa di vendita, ovvero quella cosiddetta «competitiva» destinata al miglior offerente nell’ambito di un preciso «range» che tiene in considerazione come base d’asta l’offerta depositata più alta: per l’ultima asta ufficiale degli scorsi anni, l’offerta minima fu poco più di 4 milioni di euro (dagli iniziali 20 milioni di euro del 2011). Ma anche per questa nuova procedura di vendita competitiva, che era stata fissata l’8 gennaio scorso, non si sono presentati offerenti. Finora, come detto, sono state 17 le aste tenutesi per la vendita dell’immobile sportivo, a partire dall’estate del 2011: in sei anni e mezzo il prezzo base è sceso fino ad arrivare ad un quinto dell’importo iniziale.
Sull’acquisto del complesso sportivo sono circolate più volte voci di manifestazione di interesse da parte di gruppi imprenditoriali stranieri che non hanno trovato poi un concreto seguito.
La descrizione della vendita del lotto viene indicata come «fabbricati e locali per esercizi sportivi, complesso sportivo di 5046 metri quadrati, costituito da un corpo di fabbrica sede di manifestazioni di spettacolo e da un corpo di fabbrica, adiacente e collegato al primo, che raccoglie i servizi generali e quelli per l’allenamento e preparazione degli atleti. Il complesso dispone complessivamente di 6.357 posti a sedere». Nella vicenda del fallimento, qualche anno fa si è anche intrecciato un episodio che fu all’attenzione della Procura della Repubblica relativo all’ingresso, oramai sospeso, della Fortune Investment & Consulting Ltd, nella compagine sportiva. Si tratta di una vicenda distinta che però era sfociata in un procedimento a carico del manager della società inglese denunciato da un altro «director». Qualche giorno fa è circolata anche la notizia, del tutto infondata, di un presunto raid all’interno della struttura. Le prte aperte, come accertato, erano dovute ad alcune forti raffiche di vento.