Spunta l'ipotesi Bardellino: l’impero
del boss sparito nelle ditte inquisite

Spunta l'ipotesi Bardellino: l’impero del boss sparito nelle ditte inquisite
di ​Marilù Musto
Sabato 18 Marzo 2017, 08:02 - Ultimo agg. 17:29
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CASERTA - Il progetto «La Porta dei Parchi» che prevede il restauro di alcuni «gioielli» strutturali medievali in Campania, finanziato dalla Regione Campania, vale 9 milioni di euro. Come può una società che si chiama «Opere stradali», già vincitrice di gare d’appalto a Scafati, aggiudicarsi un appalto del valore di 726.819,91 per il restauro della torre civica medievale di Cerreto Sannita, lo si spiega solo con una presunta tangente di 50mila euro, intascata, per i magistrati da Pasquale Sommese.

Denaro promesso, per gli inquirenti. Perché «Pasquale Sommese, in qualità di assessore regionale pro tempore ai beni culturali aveva designato - scrivono i giudici - prima ancora della indizione della gara per il restauro della torre civica medievale di Cerreto, la ditta «Bretto Opere stradali» come aggiudicataria dell’incanto. Aggiudicazione poi effettivamente realizzata grazie alla complicità di pubblici ufficiali del Comune di Cerreto Sannita, allo stato non identificati», conclude il giudice Federica Colucci.

Peccato, però, che a queste ed altre anomalie, l’imprenditore Antonio Bretto, finito nella retata con l’accusa di corruzione, non ha voluto dare una spiegazione. Difeso dai legali Federico Simoncelli e Saverio Campana, Bretto si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia disposto ieri. A lui i magistrati non hanno contestato il reato mafioso. In realtà, però, il suo nome era finito nel 2011 - come semplice «comparsa» - in un’inchiesta della sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che riguardava Pasquale Pirolo, ex braccio destro di Antonio Bardellino sul finire degli anni ‘80, colui che avrebbe «rifornito» di denaro Bardellino in Spagna nel 1983. Seguendo lui, la polizia arrestò Bardellino.
I magistrati, venti anni dopo, scoprirono che Pirolo e un suo collega imprenditore erano risultati soci al 50% del capitale sociale della Impresud srl costituita nel 1993, nella cui gestione subentrò solo nel 2001 per aver acquistato le quote detenute da Antonio Bretto.

E Bretto pare abbia un legame di parentela con Immacolata Bretto, prima moglie del boss Bardellino scomparso in Brasile nel 1989. Le indagini della Dda su questo fronte sono ancora in corso: si punta a verificare se ci sia un tentativo di ripulire il vecchio denaro del capostipite dei Casalesi in imprese che hanno poi vinto appalti pubblici. Ipotesi. Legami, parentele e non solo. A Bretto viene anche aggiudicato l’appalto di Casapulla. L’indagine della magistratura dunque potrebbe allargarsi anche oltre, fino ad arrivare alla ristrutturazione di Casa don Diana, la sede della mostra degli Uffizi.
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