Stipendi al 50 per cento depuratori a rischio stop: scatta lo sciopero

Bollette troppo alte, dal 28 novembre sarà garantita solo la gestione ordinaria

Stipendi al 50 per cento depuratori a rischio stop: scatta lo sciopero
di Vincenzo Ammaliato
Domenica 13 Novembre 2022, 09:50 - Ultimo agg. 13:08
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Il coordinamento delle sigle sindacali dei dipendenti dei tre depuratori casertani dei Regi Lagni comunicano lo stato di agitazione dei loro associati e proclamano lo sciopero ad oltranza a partire da lunedì 28 novembre. E le speranze di recupero del mare della costa domiziana, che vuol dire anche e soprattutto sviluppo e benessere sociale per tutta l'area, traballano, sotto lo spettro del disastro ecologico che si verificò nel 2010 a seguito di rimostranze sindacali simili.

Ma cosa succede nei tre impianti di depurazione di Villa Literno, Orta di Atella e Marcianise? E lo stesso comunicato delle Rsu a spiegare il motivo della probabile rottura della pace fra dipendenti e gestori degli impianti. In pratica, così come sta accadendo in ogni utenza, sia domestica sia produttiva, le tre società che gestiscono gli impianti hanno avuto di recente bollette energetiche molto più alte che nei mesi scorsi, a causa della congiuntura internazionale dovuta agli scenari bellici in Nord Europa. C'è da considerare che i depuratori sono aziende cosiddette energivore. 

Un esempio su tutti è la fattura energetica della Clanius, il consorzio che gestisce il depuratore alla foce dell'asta dei Regi Lagni. Ad agosto del 2021 fu di circa trecentomila euro, in linea con quelle dei mesi precedenti. Lo scorso agosto la bolletta è stata di poco inferiore al milione d'euro, più di due volte maggiore. «E non abbiamo lavorato con ritmi superiori, piuttosto con quelli ordinari», fa sapere un dirigente del consorzio.

Intanto, le amministrazioni dei tre grossi depuratori hanno fatto presente la questione alla proprietà degli impianti, la Regione Campania, chiedendo un adeguamento delle rimesse finanziarie, per far fronte all'inatteso aumento delle bollette energetiche. L'ente di Santa Lucia ha chiesto e ottenuto dal Governo l'inserimento anche dei depuratori nel decreto aiuti appena varato e uno specifico capitolo di 29milioni d'euro sarà a breve disponibile per le aziende energivore pubbliche, quindi anche per i tre impianti casertani dei Regi Lagni.

Intanto, però, gli inattesi disagi finanziari dei gestori si riversano anche sui dipendenti, cui a ottobre è stato pagato solo il 50 per cento dello stipendio. Stiamo parlando di circa duecento dipendenti, che si prendono cura di tre impianti di depurazione strategici delle provincie di Napoli e Caserta. Per questo motivo, gli stessi impianti dal 28 novembre non saranno spenti, garantiscono le sigle sindacali, ma gestiti solo nell'ordinario, rinunciando a lavori straordinari e manutenzione. Diversamente sarebbe appunto un nuovo disastro ecologico, simile a quello del 2010, quando dal depuratore di Licola per tre giorni si riversarono a mare tonnellate di reflui e fanghi non depurati, intorbidendo le acque. Poco dopo la procura di Santa Maria Capua Vetere intervenne con un'inchiesta giudiziaria che azzerò il panorama dirigenziale dell'epoca. Nel corso degli anni, poi, sono seguiti determinati interventi di adeguamento degli impianti da parte delle Regione Campania, soprattutto grazie ai fondi del progetto Bandiera Blu. E i risultati sono stati evidenti, con la qualità del mare che bagna la costa domiziana che è migliorata di anno in anno. 

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I sindacati fanno sapere che interrompere i lavori per loro è una condizione estrema, ma che non possono accettare una decurtazione dello stipendio di tale portata. Anche perché le bollette dell'energia non sono aumentante solo per aziende e imprese di depurazione, ma anche alle loro stesse famiglie. E la luce va pagata da tutti. Soprattutto, non può essere l'ambiente a pagare il conto più grosso, per ragioni finanziarie che andrebbero affrontate e risolte in maniera decisamente più rapide e tempestive. 

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