Strage di Durazzano, adesso indagano i Ris

Strage di Durazzano, adesso indagano i Ris
di Gabriella Cuoco
Martedì 14 Maggio 2019, 10:19
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Toccherà ai Ris di Roma capire se Mario Morgillo, padre di Gennaro, e suo genero Andrea Romano era armati prima di essere uccisi da Francesco D'Angelo. I carabinieri di Montesarchio hanno richiesto la consulenza del reparto investigazioni scientifiche, per far luce sulla vicenda che da un mese e mezzo è ancora piena di ombre. I militari dell'Arma, coordinati dalla Procura di Benevento, diretta da Aldo Policastro, in questi quasi cinquanta giorni dopo il duplice omicidio di Durazzano hanno già interrogato diverse persone ma nessuno ha chiarito se avesse visto o meno i due sanfeliciani armati di pistola o quanto altro. Certo è che, da una ricostruzione effettuata subito dopo l'episodio, i due erano armati in quanto avevano messo in conto di poter essere importunati.

Al vaglio degli inquirenti ci sono persino una serie di video filmati di telecamere della zona, attorno a piazza Galilei, dove si è consumato il duplice omicidio. Intanto, la palla ora passa ai Ris, che già il prossimo 27 maggio effettueranno un primo sopralluogo in zona accompagnati ovviamente dai carabinieri Montesarchio. Sulla vicenda non è molto chiara la deposizione l'ultima deposizione di D'Angelo, il quale aveva sostenuto che quella domenica, dopo pranzo, si era accorto, mentre era a bordo del suo furgone, di essere seguito dalla Ford Focus sulla quale viaggiavano le due vittime. Preoccupato, aveva allertato i carabinieri, poi, non avendo più visto quella macchina, aveva pensato che tutto fosse tornato alla normalità. Per questo si era fermato in piazza, nei pressi di un bar, dove all'improvviso, si era trovato di fronte, peraltro contromano, la Ford Focus, che il conducente aveva parcheggiato in modo da sbarrargli il transito. Morgillo e Romano, sempre secondo l'omicida, sarebbero scesi impugnando una pistola e lui, a quel punto, aveva sparaTO. Poi, si era allontanato ed aveva fatto scattare l'allarme.

 
Tra il 52enne e i Morgillo non correva buon sangue da circa un anno: lui era rimasto coinvolto in un incidente, finito in tribunale, con Gennaro Morgillo. I due si erano poi incrociati a distanza di alcuni mesi, quando lo stesso 30enne si era trasferito a Durazzano, perché colpito dal divieto di dimora nella provincia di Caserta. Una situazione molto complicata conclusa col sangue in quella domenica di fine marzo e che potrebbe nelle prossime settimane trovare nuovi elementi per una svolta definitiva delle indagini.
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