«Don Diana via ha passato il testimone della legalità, siate fieri di essere nati in questa terra che ha dimostrato di saper compiere una vera, grande rinascita». L'esortazione del presidente Sergio Mattarella agli oltre 200 ragazzi dell'istituto Carli è accolta dagli applausi convinti degli studenti ai quali si rivolge, direttamente, intervenendo a Casal di Principe nella Giornata in memoria delle vittime di mafia. Il capo dello Stato parla a quegli studenti con i quali ha voluto confrontarsi, ascoltandone le sollecitazioni e recependo la richiesta di «non essere abbandonati», sottolineata non senza un pizzico di emozione. «Ci ha incoraggiati ad andare avanti - dice Maria Cantiello, la rappresentante della Consulta degli studenti che ha scambiato qualche parola con Mattarella, seduta affianco a lui dopo aver parlato, per tutti, assieme al rappresentante d'istituto, Gabriele Fabrizio che assicura come «le sue parole ci hanno dato fiducia».
«Dovete avvertire l'orgoglio di essere concittadini di don Peppe. Dovete rifiutare - dice dal palco il capo dello Stato - fin dai banchi di scuola, la sopraffazione, la violenza, la prepotenza, il bullismo, che sono un brodo di coltura della mentalità mafiosa. Ricordate sempre che siete la generazione della speranza e della rinascita». Poi, citando Antonino Caponnetto, sottolinea come la criminalità tema «più la scuola che i giudici, perché l'istruzione taglia l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa».
«Il nostro territorio è stato troppo spesso devastato da interessi personalistici, ma i nostri ragazzi sono i figli della rinascita. Un riscatto - dice a Mattarella la preside dell'istituto Carli, Tommasina Paolella - che è partito da lontano. La sua presenza rappresenta la speranza del futuro della nostra terra», ma dopo la visita, «non si dimentichi di questa terra e dei suoi ragazzi». Oltre a sottolineare «l'orgoglio di vedere la scuola alla ribalta nazionale per gli aspetti positivi», la dirigente chiede di «assicurare un futuro migliore sul fronte dell'occupabilità e c'è tanto da fare nella sanificazione dell'ambiente. I ragazzi che formiamo devono poter avere l'opportunità di restare sul territorio».
Anche Maria Cantiello, a nome degli studenti, va dritta al nocciolo della questione: «Essere cittadini di Casal di Principe non è affatto facile e, come può ben immaginare, anzitutto significa affrontare quotidianamente i pregiudizi di chi non è nato in questa terra (poi Mattarella le risponderà di aver provato lo stesso per la sua città, ndr), di chi si è fermato all'ascolto delle notizie di cronaca sporcando l'immagine di un'intera comunità. L'ho vissuto personalmente anche quando ho partecipato, insieme ai miei compagni, a un viaggio premio ad Auschwitz».
Poi cita don Peppe, il quale «attraverso le sue parole cariche di amore ha tracciato una strada alternativa insegnandoci a credere in noi stessi e nelle nostre potenzialità. Alle istituzioni presenti sul territorio mi permetto di chiedere strutture, opportunità, credibilità e impegno». E ai suoi coetanei dice: «Abbiate il coraggio di osare sempre, di credere nel vostri sogni e comprendere che la cultura sarà uno strumento di resilienza per rendere migliore la nostra vita».
Al Presidente sono stati donati prodotti realizzati dagli stessi ragazzi: un detergente per le mani e un profumo, prodotti dai ragazzi dell'indirizzo di biotecnologie sanitarie, e un olio prodotto dagli studenti dell'istituto agrario.
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