Qualcuno li chiama «cervelli belli e ribelli», chi ha avuto la fortuna di conoscere nel profondo uno di loro, giura che si tratta di persone speciali dotate di grande sensibilità e sincerità. Una disabilità, una peculiarità, molto probabilmente una risorsa. Parliamo dell'autismo, un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge linguaggio e comunicazione, interazione sociale, interessi ristretti, stereotipati e comportamenti ripetitivi.
Una bella «gatta da pelare» insomma o, a seconda dei punti di vista, un meraviglioso mondo da scoprire, una coraggiosa sfida quotidiana da intraprendere! Domani (4 dicembre) al teatro Lendi di Sant'Arpino, dalle ore 10,30, ci sarà l'occasione di sostenere e conoscere l'autismo, grazie ad una festa-laboratorio organizzata da volontari e dall'associazione Bambini Simpatici e Speciali.
Un evento per raccontare la bellezza e la straordinarietà di alcune disabilità. Ad Orta di Atella, da più di dieci anni, esiste un progetto che si occupa di sostenere bambini con disturbo dell'autismo e di guidare, formare e incoraggiare genitori che ogni giorno vivono disagi, problemi ma anche gioie, sorprese e tante, tante speranze. Quella di domenica sarà un'opportunità di condivisione e di confronto, ma anche di divertimento e di leggerezza: una cerimonia in attesa del Natale con giochi, spettacoli, interventi di attori comici e spazi di approfondimento con medici specialisti, psicologi e testimonianze di genitori. «È giunto il momento di curare la società, non le persone affette da autismo». Ed è proprio il caso di cominciare a farlo ha detto Michele Pisano, presidente dell'associazione, citando una celebre frase della scrittrice, Tina J. Richardson, affetta essa stessa dalla sindrome di Asperger abbiamo bisogno degli altri per non rimanere indietro e per non chiuderci nella fatica e nel dolore. Le difficoltà sono ancora tante.
Parliamo della vita di bambini diversamente abili e delle condizioni contro le quali lottano le loro famiglie. Sono padre di due bambini autistici racconta il presidente mi sono messo in testa qualche anno fa, di fondare un'associazione che desse voce a questi bambini spesso inascoltati o messi all'angolo perché considerati un peso o troppo esigenti o troppo complessi. Queste persone devono avere quello che meritano. Oggi in associazione ci sono 16 ragazzi, che per me sono dei veri e propri figli: loro mi regalano il coraggio e la motivazione ogni giorno». Michele e chi ha deciso di dargli una mano, organizza incontri, laboratori, si dedica anima e corpo a un ambizioso piano, ad un sogno. «Appuntamenti come quelli di domenica conclude Michele - sono preziosi e rendono meno faticosa la contorta strada che alcuni genitori devono percorrere».