Sventrato il giardino di Villa Vitrone:
società di ecologia al posto dell'Archivio

Sventrato il giardino di Villa Vitrone: società di ecologia al posto dell'Archivio
di Nadia Verdile
Mercoledì 23 Giugno 2021, 08:31 - Ultimo agg. 21:11
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Villa Vitrone, dal 2014 Polo Culturale della Provincia, cambia destinazione d'uso, ma nessuno lo sa. Al piano rialzato della sontuosa villa liberty sono stati sgomberati il Museo Olivetti e il Museo dello Sport per fare spazio agli uffici della Gisec s.p.a., la società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti nella provincia di Caserta di cui socio unico è proprio la Provincia.

Da alcuni giorni lavorano a pieno ritmo, nel giardino della villa, mezzi pesanti che stanno effettuando operazioni di livellamento del terreno con abbattimento di alberi che costituiscono l'aranceto storico della residenza. «A noi non è pervenuta, da parte dell'amministrazione provinciale spiega l'architetto Gennaro Leva, responsabile per Caserta dell'ufficio tecnico della Soprintendenza di Caserta nessuna richiesta di autorizzazione. Giuntaci la segnalazione abbiamo immediatamente chiesto informazioni al presidente della Provincia e al responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Caserta».

Dunque, nessuna autorizzazione. Lavori non solo nel giardino della villa, ma anche negli spazi interni dove si sono realizzate nuove aperture e nuove distribuzioni degli ambienti. Il tutto, però, in modalità fantasma perché ad oggi non c'è nessuna tabella segnaletica che indichi la natura dei lavori, interni ed esterni, nessun responsabile degli stessi né del procedimento. Villa Vitrone avrebbe dovuto essere un contenitore di cultura, per un po', anche se non a pieno regime, lo è stato. Poi il lento declino e questa rinascita che nulla ha a che vedere con la cultura.

C'erano la Biblioteca provinciale intitolata al giornalista Federico Scialla, inserita nel Sistema Bibliotecario Nazionale, il Museo dello Sport, affiancato da una ricca biblioteca sportiva, che racchiude 150 anni di storia di Terra di Lavoro, il Museo dinamico della tecnologia Adriano Olivetti con le sue sezioni di Cinematografia, Fotografia e Tecnologia. «Villa Vitrone dice Maria Rosaria Iacono, presidente di Italia Nostra, sezione Caserta, e consigliera nazionale , come molti altri beni e luoghi della cultura appartenenti alla Provincia di Caserta, un ente che l'ultima riforma ha depotenziato, trasferendone compiti e funzioni, conosce un continuo e inesorabile degrado e abbandono da anni. Cosa gravissima perché l'edificio è di rilevante interesse culturale e l'ente proprietario, la Provincia di Caserta ha l'obbligo, come spiega bene art. 30 Codice dei Beni culturali, 2004, di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di propria appartenenza. Ma non solo quest' obbligo di legge non è stato fin qui adempiuto, vista la situazione attuale, ma alcune attività edilizie, di cui nemmeno la soprintendenza è a conoscenza, fanno temere interventi non coerenti con l'unicità della villa e lo stesso giardino, di cui si riconosce l'originaria configurazione sembra in pericolo».

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Per salvare il Museo Olivetti si era mosso, già settimane fa, il sindaco di Marcianise, Antonello Velardi, che aveva chiesto di poter ospitare, in locali già pronti nella sua città, la preziosa collezione: «Si tratterebbe - scriveva Velardi - di riportare sul territorio di origine cimeli e simboli si un sito produttivo».

Ma dalla Provincia nessuna risposta. Silenzi e lavori anonimi a parte, ci si chiede perché in un polo culturale debbano andare gli uffici della società che smaltisce i rifiuti e non l'archivio storico della provincia, catalogato e sistemato, con fondi dello Stato, dalla Soprintendenza archivistica della Campania. «Quando fu completato il lavoro dice il già soprintendente Paolo Franzese il presidente Magliocca promise in una pubblica manifestazione che lo avrebbe reso accessibile agli studiosi e al pubblico. Dal 2019 invece giace nella sede di Corso Trieste, chiusa al pubblico, e quindi l'archivio è negato alla collettività». 

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