Dovevano trovare lavoro a disoccupati,
ma timbravano e andavano via

Dovevano trovare lavoro a disoccupati, ma timbravano e andavano via
di Mary Liguori
Venerdì 19 Marzo 2021, 08:47 - Ultimo agg. 20 Marzo, 20:16
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Al solito, c'era chi anziché lavorare andava a fare la spesa, a prendere un caffè al bar (quando ancora si poteva) o a sbrigare faccende private. Chi al lavoro si presentava in ritardo e chi invece abbandonava prima del dovuto il «posto di combattimento». Scene viste e riviste, ciclicamente, nelle inchieste sui cosiddetti «furbetti del cartellino», sono ricostruite - attraverso immagini video e intercettazioni, nonché verifiche documentali che hanno interessato sia il sistema digitale di marcatempo che il registro delle presenze - agli atti dell'ordinanza firmata dal gip di Santa Maria Capua Vetere per i diciassette dipendenti del centro impiego di Teano cui, ieri, la guardia di finanza del comando provinciale di Caserta ha notificato otto misure di obbligo di firma e 7 avvisi di garanzia. Singolare che chi avrebbe dovuto essere a disposizione dell'utenza in cerca di impiego abbia messo a repentaglio il proprio posto di lavoro lasciando scoperti gli uffici per mille ore in due anni. E adesso, per effetto delle contestazioni, potrebbero scattare delle sospensioni. Lo deciderà la Regione Campania: è all'ente di Palazzo Santa Lucia che i dipendenti dei centri per l'impiego fanno capo. Singolare la storia recente dell'ufficio: proprio nell'anno in cui scattavano le indagini, il 2017, i dipendenti inscenavano una clamorosa protesta contro la Regione per il ritardo nei pagamenti dello stipendio (nella foto a destra). Arrivarono addirittura a scioperare abbassando le saracinesche del centro.

Ma andiamo alle indagini delegate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone, al comando provinciale della guardia di finanza di Caserta, agli ordini del tenente colonnello Giuseppe Furciniti, con indagini affidate al nucleo di polizia economico-finanziaria coordinato dal tenente colonnello Daniele Corradini. Nell'indagine è praticamente coinvolto l'intero ufficio: se scattassero delle sospensioni, il servizio del centro impiego subirebbe di fatto una paralisi totale.

Tutti i dipendenti del Centro Impiego di Teano nel periodo che va dal 2017 agli ultimi mesi del 2019 si sarebbero assentati in maniera ingiustificata dal lavoro e avrebbero certificato il falso timbrando cartellini di presenza per mille ore di servizio mai svolte. A tutti loro il gip contesta i reati di truffa ai danni di un ente pubblico e false attestazioni.

Il danno per la Regione, ente titolare dei contratti a tempo indeterminato dei diciassette indagati, ammonta ad alcune decine di migliaia di euro. Due dei dipendenti sono attualmente in pensione. 

Il terremoto che ha scolvolto il centro per l'impiego teanese è stato innescato da una denuncia anonima. L'esposto fu inviato all'Autorità Nazionale Anticorruzione nel le indagini dei da un utente che, evidentemente, aveva notato gli strani movimenti dei dipendenti dell'ufficio cui i cittadini si rivolgono per trovare lavoro. Di qui sono scattate le verifiche della guardia di finanza. Dalle indagini sono emersi quindi gli episodi di assenteismo dal luogo di lavoro e di falsa attestazione di presenza da parte del personale del centro per l'impiego di Teano. I controlli delle fiamme gialle hanno permesso di accertare, in un arco temporale di circa 5 mesi, «plurimi e sistematici episodi di assenteismo, per complessive 1.000 ore da parte della totalità dei dipendenti alla sede dell'ente», si legge nella nota della Procura. Su questa somma sono scatti i sequestri preventivi per equivalente.

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