Tentò di investire tre quindicenni condannata a tre anni e mezzo

Per l'accusa la donna prima aggredì le amiche della figlia con una spranga e poi tentò di ucciderle

L'immagine del tentato investimento dei ragazzi
L'immagine del tentato investimento dei ragazzi
di Biagio Salvati
Mercoledì 18 Gennaio 2023, 08:44 - Ultimo agg. 15:52
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Condannata a 3 anni e cinque mesi per tentato omicidio a fronte di una richiesta di dieci anni e 20 giorni Arianna Corvino, 43 anni, di Parete, la donna che nel settembre dello scorso anno cercò di investire tre quindicenni a Casal di Principe a seguito di una discussione che le ragazze avevano con la figlia dell'investitrice nei giorni precedenti.

Il processo si è svolto con rito abbreviato davanti al gup del tribunale di Napoli Nord, Donata Di Sarno, che non ha accolto la richiesta a dieci anni reclusione formulata nella sua requisitoria dal pm Rossella Maria Colella. La Corvino, difesa dall'avvocato Vincenzo Di Vaio, ha infatti beneficiato del rito abbreviato oltre che delle circostanze attenuanti e generiche. La donna, lo scorso settembre, aveva ottenuto gli arresti domiciliari dopo una breve detenzione di tre giorni trascorsi in una cella del carcere femminile di Pozzuoli, con l'accusa di tentato omicidio pluriaggravato.

A bordo della sua Renault Clio, Corvino, secondo gli investigatori, aveva deciso di aggredire e di investire le tre quindicenni a causa dei rapporti conflittuali che le stesse avevano con sua figlia. Le ragazze sarebbero state scaraventate a terra a seguito dell'urto con la vettura guidata dalla donna, ma fortunatamente senza gravi conseguenza.

Nell'immediatezza dei fatti, ovvero il 6 settembre dello scorso anno, la donna fu fermata dagli agenti del commissariato di Casapesenna e trattenuta in carcere con un fermo del pubblico ministero del tribunale di Napoli Nord.

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Poi, dopo un interrogatorio molto sofferto davanti al gip del Palazzo di Giustizia aversano Raffaele Coppola, la donna incensurata, madre di quattro figli, di cui uno di 10 anni che si trovava nell'auto durante l'investimento delle minorenni spiegò di non essersi diretta volontariamente con l'auto in direzione delle ragazze. Corvino chiarì la sua posizione, in questi termini: «Ero terrorizzata da una quarantina di persone che lanciavano pietre sull'auto e mi inseguivano, così per sfuggire da quella massa sono salita in auto e partita il più veloce possibile ma ho perso il controllo dell'autovettura che è finita sul marciapiede».
La donna si era recata a Casal di Principe dalla propria madre e con quest'ultima ed un'amica aveva deciso di andare a parlare con le ragazzine che avrebbero molestato la figlia. Secondo l'accusa, non si trattò di un chiarimento ma di una vera e propria spedizione punitiva nel corso della quale la donna avrebbe «perso i freni inibitori».

Per l'accusa, prima aggredì le amiche della figlia con una spranga e poi tentò di ucciderle, investendole con la sua auto mentre in gruppo passeggiavano sul marciapiede. Il movente sarebbe collegato alle «minacce» ricevute dalla figlia da parte delle tre ragazzine, le quali anche con messaggi inviati tramite le piattaforme Whatsapp e Instagram, le avrebbero intimato di non frequentare più la Movida a Casal di Principe. Secondo la figlia della Corvino, sentita dagli investigatori, sarebbero state gelose a causa di «un ragazzo che si contendevano».
La lite si sviluppò in due giorni: un giorni ci fu la discussione vivace tra le tra le ragazzine e il giorno dopo la spedizione della Corvino tra Piazza Villa e Corso Umberto, nei pressi del Bar Elite le cui telecamere immortalarono le scene dell'investimento. Un episodio increscioso e sgradevole che fu anche stigmatizzato sia dal sindaco Renato Natale che dall'assessore Marisa Natale. Il primo cittadino pubblicò anche un post sul suo profilo social, rimarcando la gravità dei fatti.
 

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