Tenuti in vita sulle cartelle cliniche:
così l'Hospice Falde truffava l'Asl

Tenuti in vita sulle cartelle cliniche: così l'Hospice Falde truffava l'Asl
di Biagio Salvati
Venerdì 22 Marzo 2019, 10:17 - Ultimo agg. 17:52
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Nate in Inghilterra negli anni 60 ad opera di Cicely Saunders le cure palliative hanno come scopo principale quello di migliorare la qualità della vita, assicurando agli ammalati e alle loro famiglie, un'assistenza continua e globale. Erano persone addette a questo compito quelle che nel 2018 hanno puntato il dito contro l'Hospice Nicola Falde dando il via a un'inchiesta che ha portato prima a un sequestro e poi al commissariamento della clinica. Ci sarà un custode giudiziale per sei mesi a gestire l'attività di amministrazione dell'«Hospice Nicola Falde», società che gestisce a Santa Maria Capua Vetere la casa di cura per malati terminali con terapie palliative. L'inchiesta ha preso le mosse dalle dichiarazioni degli ex dipendenti che hanno riferito che alcuni pazienti sono stati certificati per vivi» dopo il decesso per ottenere dall'Asl rimborsi più sostanziosi.

È la tesi della Procura della Repubblica guidata da Maria Antonietta Troncone quella alla base del provvedimento «a tempo» eseguito dal Nas dei carabinieri di Caserta nell'interesse della collettività in quanto la struttura assicura un servizio pubblico ed è, scrivono i magistrati, uno dei tre soli centri di questo genere della provincia di Caserta. La nomina del custode segue un sequestro di quote eseguito lo scorso anno nei confronti degli amministratori della società accusati di truffa e falso. L' accusa per la società «Hospice Nicola Falde» è di aver ottenuto dall' Asl di Caserta rimborsi non dovuti, per prestazioni mai erogate. La casa di cura subì un sequestro di 90 mila euro per reati accertati negli anni che vanno dal 2014 al 2016.
 
L'inchiesta è nata dall'intervento di alcuni «whistleblowers», ex dipendenti alcuni dei quali con il «dente avvelenato» avvalsisi dello strumento del «whistleblowing» usato più che altro nelle amministrazioni pubbliche. Il provvedimento portò al sequestro preventivo di oltre novantamila euro di beni e quote per importo equivalente nei confronti degli amministratori della «Hospice Nicola Falde», società per azioni. Anche in questo caso il gip del Tribunale sammaritano aveva accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero della sezione criminalità economica, guidata dal procuratore aggiunto Antonio D'Amato consentendo ai carabinieri del Nucleo antisofisticazione di Caserta di eseguire il provvedimento giudiziario. Al centro dell'inchiesta una truffa aggravata ai danni dello Stato che vede indagati i membri della compagine societaria, marito e moglie che si sono sempre detti pronti a chiarire la loro posizione.

La società per azioni gestisce una casa di cura per le terapie palliative a Santa Maria Capua finita al centro dell'attenzione degli inquirenti dopo le dichiarazioni di alcuni indipendenti insoddisfatti per come venivano trattati che hanno dato indicazioni e fornito elementi sull'attività della clinica. Inchiesta cartolare che ha visto peraltro anche l'audizione di diversi familiari di ricoverati fatti risultare, in alcuni casi, ancora in permanenza nella struttura secondo gli investigatori - sebbene fossero deceduti o trasferiti in quel periodo in altre cliniche. Il provvedimento scaturisce da una complessa attività investigativa che ha permesso di accertare che la struttura sanitaria, avrebbe indebitamente percepito dall'Asl di Caserta, somme di danaro per prestazioni sanitarie non erogate. La struttura avrebbe attestato, nel periodo preso in esame, giorni di degenza superiori a quelli effettivamente goduti dai pazienti, attraverso l'emissione di false fatture e note di addebito non rispondenti alla realtà.
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