Teverola, la fabbrica di batterie
al litio traino per lavoro e ambiente

Teverola, la fabbrica di batterie al litio traino per lavoro e ambiente
di Emanuele Tirelli
Venerdì 9 Aprile 2021, 08:20
4 Minuti di Lettura


Uno stabilimento già attivo, inaugurato pochi giorni fa. Per un altro, il più grande dei due, si attende il decreto per far partire davvero il conto alla rovescia. Teverola, provincia di Caserta, le batterie al litio danno un nuovo slancio all'economia, nuova occupazione e risponde alla necessità della cosiddetta Green Economy. Grazie a Faam, controllata del gruppo Seri Industrial Spa, i due progetti sono al centro di un primato italiano che si preannuncia di consegnare un buon respiro a Terra di Lavoro, in un periodo complesso per la crisi economica da Covid-19.

Quello chiamato «Teverola 1» è già stato inaugurato e ci sono 95 lavoratori assunti, 75 dei quali sono ex Whirlpool. Alcuni sono in cassa integrazione Covid perché l'impianto è appena partito, ma l'azienda fa sapere che da qui a pochi mesi il numero totale dei dipendenti di questa struttura sarà di 110 unità. Nel 2021 prevedono di collegare solo la metà dei 330 MWh annui per produrre accumulatori da vendere soprattutto a chi richiede prodotti customizzati. La capacità produttiva di quest'anno sarà quindi al 50 per cento in attesa di crescere insieme ai settori di riferimento. L'impianto ha visto un impegno economico da 64 milioni di euro: 12 ricevuti come contribuzione a fondo perduto e i restanti 52 come investimento del gruppo Seri. Si tratta di quattro linee che vanno dalle produzioni di anodo e catodo, fino al confezionamento delle celle e all'assemblaggio delle batterie.


Ben più ampia è invece la sostanza di «Teverola 2», la gigafactory da 8 GWh annui che vedrà la luce nel 2023 e che è al centro di numerose riflessioni negli ultimi due anni. Per quella si parla di 505 milioni per industria, ricerca e innovazione del prodotto che arrivano dall'Ipcei (Important Projects of Common European Interest), il progetto varato dalla Commissione Europea che guarda al sostegno per la produzione di queste batterie in Italia, Belgio, Germania, Finlandia, Polonia, Svezia e Francia. La Seri sta aspettando il decreto di concessione delle agevolazioni dal ministero dello Sviluppo Economico, ma intanto già si parla di 750 lavoratori, tra i quali dovrebbero rientrare pure i numerosi restanti di Whrilpool: almeno questo è emerso dal recente incontro tra Seri e il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.

I primi lavoratori ad essere assunti per «Teverola 2» saranno i ricercatori, poi, nell'arco dei due semestri, si procederà con tutti gli altri. La produzione sarà più massiva rispetto a quella di «Teverola 1». Guarderà ai mercati navale, militare, dei trasporti pubblico e pesante, allo storage e all'automotive. Anche quest'ultimo rappresenta per Seri una grande opportunità di espansione che va tenuta d'occhio con attenzione.

Video


Nata a Piedimonte Matese nel 1999 con la famiglia Civitillo, la Seri è diventata una holding quotata in borsa, con 26 filiali nel mondo e un fatturato di oltre 150 milioni di euro nel 2020. Le loro batterie con tecnologia Litio-Ferro-Fosfato vengono realizzate in un processo che principia con la materia prima e arriva a creare un prodotto fatto si misura sulle esigenze dei clienti. Rispetto a quelle classiche al piombo, questo tipo di batterie è più sicuro, garantisce un peso decisamente inferiore, ha un'autonomia maggiore e sostiene più cicli di ricarica con tempi minori. Possono essere utilizzate ovunque e rappresentano il presente e il futuro anche in chiave ecologica. E la Seri prevede anche un sito per il recupero degli accumulatori a fine vita. Il cosiddetto «Progetto Litio» della holding casertana rientra infatti nello sguardo europeo sempre più concentrato sulla Green Economy e sull'Economia Circolare, capace di favorire e accelerare il processo verso la mobilità elettrica e la riduzione delle emissioni. Si tratta inoltre della prima gigafactory italiana.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA