Tiziana Panella positiva al covid:
«Ho pianto di paura, non è un raffreddore!»

Tiziana Panella positiva al covid: «Ho pianto di paura, non è un raffreddore!»
Lunedì 3 Gennaio 2022, 18:15 - Ultimo agg. 4 Gennaio, 07:19
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«Non è un raffreddore! Ho cominciato a stare male il giorno di Natale. Ma male male, all'improvviso!». Con un intervento di suo pugno la giornalista di La7 e conduttrice di Tagadà, Tiziana Panella, racconta la sua esperienza con il covid, contagiata da un focolaio familiare la sera del 24 dicembre scorso. «Dopo due anni, sono tornata con mia figlia a Caserta dai miei genitori. Insomma, ciclo completo di vaccinazioni, buster, tampone negativo... si può fare. Tasso di euforia alla partenza altissimo, mia figlia felice. Il 24 a cena il figlio di mio fratello è positivo, mio fratello non c'è. In compenso, arriva Babbo Natale che, causa covid, fa un giretto veloce e poi riparte con le renne. Mi sveglio ed è Natale e sto già male ma resisto» racconta Panella.

«Il 26 sono a Roma. I sintomi non li riconosco, forse è un'influenza, una intossicazione. Intanto, mi metto in isolamento, aspetto, mi sembra di stare meglio, poi di nuovo male. La cena del 24 ha colpito, arriva la notizia del primo positivo, il secondo, il terzo, io sarò la quarta. Strike, focolaio familiare. Tutto come da manuale, sembra una puntata di Tagadà.

C'è anche il soggetto fragile, sono io. D'accordo con i medici che mi seguono, continuo la mia terapia abituale che dovrebbe aiutarmi anche contro il covid. Non basta, sto male. Alziamo il dosaggio», prosegue la giornalista.

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Tiziana Panella racconta del discorso del Presidente Mattarella la sera del 31 dicembre. Quando il Capo dello Stato parla del covid, «Piango di paura, di sofferenza fisica, di solitudine. La solitudine può essere una buona compagna di viaggio. Supremazia assoluta sul telecomando, pigrizia senza sensi di colpa, nessuno da strattonare nel sonno perché russa, l'ultima maschera assurda e inutile che mi hanno regalato, sembro una strega ma domani sarò bellissima. Conosco la solitudine del cuore e della pelle e lo considero un buon affare, prezzo congruo. Ma la solitudine della malattia è un'altra storia. Sento il sangue che pompa sotto la pelle e la pelle brucia, mi fa male tutto dai reni alle dita delle mani. La gola è piena di spilli, sullo sterno mi hanno piazzato una pietra, la testa è una trottola che gira e pesa. Ho paura!» confessa.

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