Sindaco di Casapesenna: «Torno
​solo se fermano gli aggressori»

Sindaco di Casapesenna: «Torno solo se fermano gli aggressori»
di Fabio Mencocco
Domenica 10 Dicembre 2017, 13:33
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Casapesenna. «Le dimissioni restano irrevocabili». Ad annunciarlo è il sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa, che torna a parlare dopo la marcia di venerdì, a cui hanno partecipato cittadini ed esponenti politici che gli hanno chiesto di «ripensarci» e «ritornare a lavoro». De Rosa non ha partecipato alla manifestazione, come del resto aveva già annunciato.

Dopo una notte di riflessione, a stretto contatto con i familiari, il sindaco dimissionario ha deciso di non fare un passo indietro: «Potrei prendere in considerazione l'idea di restare in carica solo se venisse arrestato chi ha aggredito mio fratello», dice De Rosa che ha deciso di lasciare la guida del Comune dopo che otto giorni fa il fratello Luigi è stato bloccato in un'area periferica del paese da tre uomini incappucciati.

Gli aggressori, con armi in pugno e dopo aver distrutto i vetri della vettura, gli hanno detto: «Tuo fratello si deve dimettere». Un chiaro atto intimidatorio e violento sul quale sono in corso indagini da parte di magistratura e forze dell'ordine.

Proprio per preservare l'incolumità della famiglia, De Rosa ha scelto di abbandonare il suo incarico politico, una decisione che in tanti gli hanno chiesto di rivedere e lo hanno fatto attraversando a piedi il paese e giungendo fino alla sua abitazione, dove tra pacche sulle spalle, lettere e abbracci di sostegno sia la politica che i cittadini hanno provato a fargli cambiare idea.

Un'idea, che al momento resta tale, nonostante fosse palese l'emozione sul volto del sindaco che ha sicuramente vagliato l'ipotesi di un ripensamento, ma dopo averci ragionato non vuole tornare sui suoi passi. Dunque, non resta che attendere lo scadere dei venti giorni canonici che la legge assegna ai sindaci per dar luogo a una eventuale revoca delle dimissioni. «Sul nostro territorio c'è ancora tanto da fare per la sicurezza», ha detto De Rosa che aveva spiegato ai cittadini di aver presentato le dimissioni per «dare un segnale forte alle istituzioni» e per far capire che «non è possibile che per amministrare un paese un sindaco debba aver bisogno della scorta».
Scorta che accompagna sia il primo cittadino che la moglie dal 2014, quando subì una rapina in casa in cui vennero coinvolte anche le due figlie e la baby sitter. Il dispositivo di sicurezza «mi è stato rinnovato e sarà attivo fino ad aprile», ha ribadito il sindaco, mentre per il fratello Luigi già da martedì sera è scattata la vigilanza radio collegata, così come deciso dai vertici delle forze dell'ordine e della prefettura di Caserta al termine del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.

 

Intanto al fianco del sindaco resta la sua maggioranza, che ha deciso di non dimettersi come sottolinea il vice sindaco Giustina Zagaria: «Rispettiamo la sua decisione e continueremo a supportarlo». Sostegno che avviene in un momento delicato, in cui la recente aggressione fa ritornare a galla fantasmi del passato e insicurezze di un territorio che per oltre vent'anni è stato sotto lo scacco del clan dei casalesi e di uno dei suoi capi, Michele Zagaria, ora in galera. «Qualcosa è cambiato, l'ombra pesante della malavita la sentivamo molto meno, ma evidentemente c'è ancora tanto da fare», sottolinea Zagaria.
Per continuare a crescere bisogna «ripartire dai giovani e dalla cultura» ha fatto sapere il responsabile provinciale dei Gd, Pasquale Fiorenzano. Gli stessi giovani che sono voluti scendere in piazza per dare sostegno al sindaco e che hanno in serbo altre iniziative per il paese.
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