Totem in tilt in piazza Ruggiero,
è odissea per il ticket a Caserta

Totem in tilt in piazza Ruggiero, è odissea per il ticket a Caserta
di Franco Tontoli
Martedì 5 Febbraio 2019, 15:00
3 Minuti di Lettura
In piazza Ruggiero, la sede della Tmp che è la società che gestisce il servizio parcheggi, ricorrente pellegrinaggio di automobilisti che con tagliandi di sosta pagati, rettangolini filigranati come banconote, vanno a reclamare multe non dovute perché la macchinetta usata ha fatto i capricci o stampando male la targa digitata o non stampandola affatto o non stampando il numero dello stallo che in alcuni casi non era stato proprio indicato perché illeggibile, stinto sull'asfalto sgretolato.
 
Ecco, in un solo blocco le lamentele ricorrenti, all'altro lato del banchetto impiegati cortesi redigono stampati, annotano, annullano le sanzioni, i fogli si accumulano su una pila parecchio consistente. Il che significa che i casi sopra segnalati non sono episodici ma rappresentano una costante di un servizio soprattutto quello delle apparecchiature installate a sostituire quelle del precedente gestore che andrebbe revisionato e meglio adeguato a una utenza che non è detto debba avere il sapere necessario a un approccio che sta tra l'uso dei flipper di una volta e i videogiochi di oggi. Da qualche giorno la società Tmp ha fatto sapere che per migliorare il servizio ha provveduto ad attivare il «Telepass Pyng», il pagamento cioè tramite App, cioè a mezzo telefonino. Tutto questa abbondanza di terminologia tecnica che sa di Tokyo, è pane per i denti di chi con l'informatica ci ha agevolmente a che fare. E all'ancora stragrande popolazione di «normali» e non «geniali» della digitazione e dell'uso dei cellulari chi ci pensa? Torniamo a volare basso, all'uso normalmente agevole di un'apparecchiatura che deve essere alla portata di tutti. Partiamo dalle preesistenti macchinette che non erano di vecchio tipo, anzi erano di parecchio più moderne di queste in servizio. Ebbene, si digitava il numero dello stallo blu, il tagliando con l'ora di scadenza lo si conservava in tasca e, nel caso in cui ci si trovava parecchio distanti dall'auto lasciata in sosta e col tagliando in scadenza, si pagava il dovuto a una qualsiasi macchinetta della città. L'ausiliario della sosta, munito di un apparecchio tipo telefonino, digitando il numero dello stallo occupato dalla vettura, verificava la regolarità amministrativa di quella occupazione, cioè la tariffa pagata o meno.

Oggi, invece, i totem sono di due specie, quelli delle zone a pagamento di tariffa superiore e quelli per la inferiore. Nel primo caso bisogna introdurre le monete, validare, inserire il numero dello stallo, validare, inserire il numero completo della targa per i fortunati che se lo ricordano e non sono costretti ad andirivieni automobile-totem-automobile sul cui cruscotto mettere in evidenza il tagliando. Per la zone a tariffa inferiore, niente numero di stallo ma soltanto le tre cifre della targa e solita esposizione del tagliando che se lo si dimentica son dolori di sanzioni, con multe ne ha scritto ieri Il Mattino di euro 28 euro a fronte, magari, di 50 centesimi «evasi». Trasparenza, semplificazione, le rotaie sulle quali dovrebbe viaggiare la burocrazia: in questo caso tutto parlare per slogan e niente nella pratica. I totem per il pagamento dei ticket, quelli di colore nero (in via Giotto, accanto alla ex sede Pubbliservizi, fa compagnia al nuovo uno, grigio, del precedente modello), espongono la loro tastiera, istruzione per l'uso col carattere dei «bugiardini» dei medicinali e poi, se la va, la va. Soltanto su alcuni, adesivi plastificati leggibili, chiari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA