Trasporto disabili a suon di mazzette:
condannato l'ex vicesindaco Ferraro

Trasporto disabili a suon di mazzette: condannato l'ex vicesindaco Ferraro
di Mary Liguori
Giovedì 17 Gennaio 2019, 12:00
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Sette anni di carcere, ma cade l'aggravante mafiosa. Finisce con una condanna per turbativa d'asta e corruzione il processo di primo grado per Enzo Maria Ferraro, ex vicesindaco di Caserta arrestato due anni fa al culmine di un'inchiesta della Dda su mazzette e camorra. Per Ferraro è stata decisa anche l'interdizione perpetua pubblici uffici. Al centro delle contestazioni il trasporto disabili, gara indetta dal Comune di Caserta che, secondo il pm Antimafia Luigi Landolfi, fu truccata dall'ex vicesindaco. Ferraro, ricostruì la Procura, aiutò Angelo Grillo, l'imprenditore di Marcianise ritenuto al soldo del clan Belforte e condannato all'ergastolo per l'omicidio di un concorrente, manipolando la gara. Per Grillo sono stati disposti otto anni di carcere, uno in più alla requisitoria, e gli è stato riconosciuto l'articolo 8 in quanto ha collaborato nel corso del dibattimento. Ma andiamo al dispositivo letto ieri in tribunale a Santa Maria Capua Vetere poco dopo le 17. Oltre che per Ferraro e Grillo, i giudici degli altri imputati che hanno scelto il rito ordinario stabilendo sei anni e mezzo di carcere per l'ex dirigente comunale, ex ex capo dell'Ambito sociosanitario C7 (oggi C1) Giuseppe Gambardella e quattro per Assunta Mincione, ex segretaria di Grillo. Per entrambi è stata anche disposta l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Assolti, invece, Pasquale Valente e Paola Mincione. Per quest'ultima l'assoluzione era stata invocata dallo stesso pm Landolfi.
 
Per anni, secondo i risultati dell'indagine dei carabinieri del comando provinciale di Caserta, il servizio trasporti disabili è stato affidato a una delle società di Angelo Grillo, per un periodo detenuto al 41 bis e ritenuto espressione del clan Belforte. Il sistema, secondo il gip Isabella Iaselli che spiccò gli arresti, ebbe come attore principale Enzo Maria Ferraro, l'ex assessore alle Politiche sociali della giunta Falco, poi vicesindaco di Pio Del Gaudio (estraneo ai fatti), che avrebbe permesso alla coop «Voglia di vivere», controllata da Grillo, ma intestata a una donna residente a Ciampino, di gestire il servizio di bus dedicato a persone diversamente abili. Il tutto per mezzo di un accordo corruttivo che prevedeva il pagamento di una tangente mensile. Ferraro ha intascato una mazzetta di mille euro al mese per prorogare sistematicamente l'affidamento del servizio alla coop di Grillo. La bustarella, ha ricostruito la Dda, gli veniva consegnata da Gaetano Barbato, uno degli autisti dei pullman e socio della coop. Barbato fu a sua volta arrestato e nel gennaio del 2017 condannato a quattro anni in abbreviato. In quella stessa sede, il gup dispose anche otto mesi nei confronti di Elpidio Baldassarre, condannato per turbativa d'asta e assolto dall'accusa di corruzione. Gli furono peraltro riconosciute le attenuanti generiche. Le tangenti, secondo il gip, permisero a Grillo di assicurarsi l'appalto non solo a Caserta, ma anche negli altri comuni dell'ambito: San Nicola, Casagiove e Castel Morrone. Servizi per i quali Grillo è stato pagato puntualmente fino al giorno del primo dei suoi sette arresti.

Contro Grillo e Ferraro, Gambardella e gli altri imputati sono state depositate le dichiarazioni di una ex dipendente dell'imprenditore di Marcianise. Ma anche dello stesso Angelo Grillo che, prima nel breve e controverso periodo da «dichiarante», poi in dibattimento ha detto: «Mi sono aggiudicato l'appalto del trasporto disabili grazie a Ferraro. La gara inizialmente è stata vinta da Rectius Guidoriccio, poi Ferraro mi ha presentato Gambardella, responsabile degli affari sociali del Comune e tramite lui ho ricevuto il subappalto che ho gestito con la ditta Voglia di Vivere . In cambio ho versato il 10 per cento dell'importo della gara a titolo di tangente a Gambardella e Ferraro che gestivano insieme l'ambito C7 e si dividevano le tangenti». Ferraro è difeso dagli avvocati Vittorio Giaquinto e Gennaro Iannotti.
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