Uccise l'amante sorpreso a rubare,
presa la «mohicana» moglie del boss di Miano

Uccise l'amante sorpreso a rubare, presa la «mohicana» moglie del boss di Miano
di Mary Liguori
Mercoledì 26 Febbraio 2020, 18:03 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 15:19
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A mezzanotte del giorno precedente l’omicidio chiamò sul cellulare dell’amante per dargli appuntamento. Per lui fu una condanna a morte, per lei potrebbe tradursi, adesso, in una sentenza all’ergastolo. È stata catturata ieri a Miano, a casa dei genitori, dopo oltre due anni di latitanza, Rita Mango, la donna che nella notte tra il 18 e il 19 ottobre del 2018 uccise a colpi di pistola Nicola Picone, detto ‘o minorenne, affiliato al clan dei Casalesi trovato morto in una Panda parcheggiata in una stazione di servizio di Aversa. La Mango è stata catturata dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, diretti dal tenente colonnello Nicola Mirante, al culmine di un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli. Di lei si persero le tracce la mattina stessa in cui il corpo senza vita di Nicola Picone fu dentro la Panda. Trentasei anni, incensurata è legata a doppio filo a famiglie di primo piano della camorra di Miano. È infatti sposata con Valerio Nappello, ras dei Lo Russo. Un personaggio dal profilo criminale altamente spregiudicato. Secondo i pentiti nel 2017, mandò un commando di cui faceva parte anche il fratello della sua compagna, il gruppo dei cosiddetti «mohicani» a sparare nelle finestre di Maria Licciardi.
 
Ad armare la mano della Mango sarebbe stato un doppio movente: da un lato quello passionale, dall’altro quello «affaristico». La donna, hanno ricostruito i carabinieri, aveva intenzione di chiudere la relazione coniugale che intratteneva con il 26enne di Aversa mentre suo marito era detenuto. Ma sullo sfondo ci sarebbe anche un intreccio d’affari. Picone era infatti entrato in affari con il gruppo della famiglia della Mango e gestiva per loro conto un’agenzia di noleggio auto. Nel corso del tempo la società avrebbe subito degli ammanchi. Questo avrebbe fatto scattare nei parenti della donna il sospetto che trattenesse per sé del denaro della società. Tanto sarebbe bastato per far scattare la sentenza di morte eseguita, secondo la Dda, da Rita Mango. E va detto che se è questo il vero retroscena del delitto, altre persone potrebbero essere coinvolte nell’omicidio di cui per ora risponde solo la «mohicana».
 
Il compagno della donna in fuga è, come detto, un ras emergente dell’area a nord di Napoli attualmente detenuto. Nappello a Picone avrebbe dato dei soldi da riciclare, forse anche della droga. Si tratta di un soggetto che ha tentato la scalata ai vertici del clan Lo Russo subito dopo una serie di pentimenti eccellenti. Il suo tentativo di passare al comando fu affogato nel sangue: gli uccisero due fratelli e rischiò a sua volta la vita

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