Uccise e fece a pezzi attivista gay
Il pm: «Ergastolo per Ciro»

Uccise e fece a pezzi attivista gay Il pm: «Ergastolo per Ciro»
Uccise e fece a pezzi attivista gay Il pm: «Ergastolo per Ciro»
di Marilù Musto
Mercoledì 26 Settembre 2018, 16:26 - Ultimo agg. 18:41
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«Chiedo l'ergastolo». Le parole del sostituto procuratore Vittoria Petronella sono calate in aula come piombo, questa mattina, al termine della requisitoria del processo a carico di Ciro Guarente, l'ex dipendente della Marina militare che ha ucciso e fatto a pezzi Vincenzo Ruggiero, attivista gay di Parete, nel luglio del 2017. Ore 12 e 20: aula T8 del tribunale di Napoli nord ad Aversa. Va in scena la storia giudiziaria che ripercorre un fatto di cronaca che scosse la provincia di Caserta e Napoli un anno fa. Guarente, prima che cominciasse l'udienza nel tribunale di Napoli nord, con rito abbreviato, ha letto un documento chiedendo scusa del dolore provocato alla famiglia di Vincenzo. In aula c'erano la madre, il padre e due fratelli di Vincenzo, visibilmente scossi. Vincenzo fu ammazzato per gelosia, vittima incosciente della follia omicida di Ciro, compagno di Heven Grimaldi, la trans che aveva ospitato l'attivista nel suo appartamento ad Aversa nel 2017. «Non so come sia potuta succedere una cosa simile», ha spiegato in aula, di fronte al giudice Fabrizio Finamore, Ciro Guarente. Il giudice Finamore in queste ore è in camera di consiglio. La difesa dell'assassino ha chiesto per lui la pena minima di 16 anni e mezzo di carcere.
I resti di Vincenzo Ruggiero furono trovati in un garage di Ponticelli, a Napoli, nell'agosto del 2017, dopo varie indagini dei carabinieri del reparto territoriale di Aversa. Alcuni resti del giovane, come parte del cranio, non sono mai stati ritrovati. Guarente fece a pezzi di cadavere e lo immerse in un impasto di cemento, poi condensato e apparso, poi, agli inquirenti come un muretto interno del box auto di Ponticelli. 
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