Ucciso per errore per l’auto uguale
al boss: presi i killer 22 anni dopo

Ucciso per errore per l’auto uguale al boss: presi i killer 22 anni dopo
di Mary Liguori
Mercoledì 28 Marzo 2018, 06:44
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Nel 2000 il fascicolo contro ignoti si chiuse con un nulla di fatto. Dopo quell’archiviazione sembrava sepolta per sempre la verità sulla morte di Vittorio Rega, geometra irpino di 29 anni assassinato per errore nel 1996 a Maddaloni, in provincia di Caserta. 

Da oggi, invece, 22 anni dopo l’omicidio del geometra di Baiano, i killer hanno un nome. E hanno ricevuto in carcere, dove si trovano già detenuti per altri reati, l’ordinanza di custodia cautelare per omicidio aggravato dalla modalità mafiosa. Vittorio fu ucciso perché scambiato per un malavitoso, tale Giovanbattista Tartaglione. L’ordine di morte, secondo la Dda di Napoli, partì dall’allora boss Salvatore Belforte e da Felice Napolitano. Eseguirono l’agguato Antonio Bruno e Pasquale Cirillo.

Il pm Luigi Landolfi - del pool coordinato dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio - aveva chiesto il carcere per tutti. Ma per Napolitano la misura é stata negata. E Belforte é stato graziato dal fatto che era pentito all’epoca della richiesta. Rispondono della morte dell’innocente, dunque, Cirillo e Bruno. Le indagini della squadra mobile di Caserta -diretta dal vicequestore Filippo Portoghese - hanno stabilito che Vittorio Rega fu erroneamente colpito da due colpi di pistola destinati a Tartaglione, affiliato al clan Piccolo all’epoca in guerra con i Belforte. Il tragico scambio di persona avvenne perché Vittorio guidava un’auto uguale a quella del camorrista vero obiettivo del raid. Una Honda Civic blu. 
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