Reddito di cittadinanza, diminuiscono i percettori in Italia, ma non in Campania. Non qui. Anzi. I numeri della provincia di Caserta sono fra i più drammatici a livello nazionale: un residente ogni otto vive, o meglio sopravvive, in un nucleo familiare ossigenato da reddito o pensione di cittadinanza. In media 600 euro al mese, solo a dicembre sono arrivati 28 milioni di euro di aiuti, somme che finora non sono state accompagnate dalle necessarie politiche generative di lavoro e qualificazione professionale. È impietoso e preoccupante per le prospettive il report appena pubblicato dall'Inps. Andiamo a leggerlo insieme.
Reddito e pensione di cittadinanza sono giunti nel mese di dicembre in 46mila nuclei familiari, con 108mila persone che ne hanno beneficiato direttamente o indirettamente. Di queste, esclusa una piccola parte in cui il nucleo familiare è composto esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni e che percepisce la pensione, una quota pari a 103.792 persone è composta dai cosiddetti «occupabili». Il che vuol dire mancanza di lavoro protratta nel tempo, visto che questa soglia non ne vuole sapere di scendere. Quello che preoccupa di più è la vastità della condizione in quella che appare sempre meno Terra di lavoro: è infatti interessato un abitante ogni otto, o se preferite il 12% della popolazione. Va peggio solo a Napoli e Palermo: in entrambi i casi c'è un abitante coinvolto ogni sette, quindi il 14% della popolazione. Caserta condivide invece il podio con Catania. Subito dopo ci sono Cosenza e Bari. Per rendere l'idea delle proporzioni, nella sola nostra provincia ci sono lo stesso numero di beneficiari dell'intero Piemonte, il doppio di tutto Veneto, quasi il doppio dell'Emilia Romagna.
L'Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza dell'Inps contiene un dato capace di alimentare un minimo di ottimismo. Nel 2022 si è registrata una flessione a livello nazionale dei nuclei beneficiari di almeno una mensilità di Reddito o Pensione di Cittadinanza: 1,7 milioni di famiglie, per un totale di 3,7 milioni di persone mentre nel 2021 erano stati 1,8 milioni di nuclei e poco meno di 4 milioni di persone coinvolte. Ma è una situazione che ci riguarda poco: da queste parti il trend va infatti nel senso contrario. Nell'ultimo anno i nuclei richiedenti sono passati da 41.913 a 52.052 (mai registrata una cifra così alta) mentre nel solo mese di dicembre la soglia dei nuclei beneficiari è salita da 45.726 a 46.095. A livello regionale, invece, i nuclei richiedenti nel 2022 sono saliti da 227.186 a 288.063, mentre i percettori a dicembre sono stati 259.254 (637.435 persone coinvolte) contro i 257.247 del mese precedente (con 633.945 persone coinvolte. Peraltro la compressione dei nuclei beneficiari del reddito a cui fa riferimento l'Inps appare abbastanza circoscritta. Se si prende in considerazione il dato annuale l'elenco comprende appena 19 province: Milano (dove ci sono stati ben 5mila nuclei in meno) Verbano-Cusio-Ossola, Aosta, Bergamo, Brescia, Lecco, Mantova, Monza Brianza, Bolzano, Trento, Belluno, Venezia, Verona, Modena, Parma, Piacenza, Firenze, Prato e Siena. Più ridotto l'elenco di quelle province dove la riduzione dei nuclei beneficiari emerge dal confronto fra i mesi di novembre e dicembre 2022: Cremona, Sondrio, Pordenone, Piacenza, Ravenna, Siena, Bari, Barletta Andria Trani, Taranto ed Agrigento.
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