Il raid vandalico che ha danneggiato Ossario dei caduti della battaglia del Volturno del Primo Ottobre 1860 ha scatenato una mobilitazione su scala nazionale. Ieri mattina, c'è stata la risposta delle istituzioni. Il sindaco Francesco Buzzo, accompagnato dal presidente del consiglio comunale e dal vice sindaco Giusy Piscitelli di Cervino nonché dal vicesindaco di Maddaloni, hanno tenuto una manifestazione con la deposizione di un omaggio floreale ai caduti da parte dell'«Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, con sede nazionale a Roma, al Vittoriano». La comunità di Valle di Maddaloni, in appena 48 ore, ha collezionato una lunga serie di attestazioni di solidarietà. Al cospetto dei bassorilievi mozzati e allo sfregio dei volti si è messa in moto la macchina del restauro.
«Abbiamo lanciato un appello - spiega il sindaco - per completare in tempi, brevi e certi, il risanamento, ma anche la messa in sicurezza del monumento. Ho proposto la costituzione di un comitato sovracomunale aperto al contributo fattivo della associazioni e dei cittadini». E fioccano le adesioni. Il sindaco di Maddaloni, Andrea De Filippo, si è detto «disponibile a farsi carico delle spese necessarie per il risanamento conservativo, come è accaduto oltre un secolo fa quando fu voluto da una struttura intercomunale il monumento».
Dito puntato una singolare coincidenza: il gesto vandalico è stato perpetrato proprio nel giorno destinato a celebrare le Forze Armate e nel centenario della traslazione del Milite Ignoto presso l'Altare della Patria. Proprio per questo la risposta risolutiva. «Non vogliamo arrenderci annuncia il generale Farì- a chi pretende di riscrivere la storia, violandone gli emblemi più sacri e rispettati. L'Anacomi ha la ferma intenzione di contribuire alla riparazione dei danni arrecati al monumento». L'appello del sindaco Francesco Buzzo è esteso anche alla Soprintendenza e alla direttrice della reggia Tiziana Maffei perché è stato danneggiato un «sito inserito in un'area tutelata dall'Unesco». Oltre alle analisi sulle ragioni di un gesto che offende la memoria collettiva, ritorna un problema ancora irrisolto: la questione della vigilanza e tutela dell'intero parco dell'Acquedotto Carolino che, da anni, subisce oltraggi anche per sversamenti abusivi di rifiuti rimossi grazie allo sforzo finanziario del locale comune e dalla generosità encomiabile delle associazioni di volontariato. Il monumento è periodicamente teatro di proteste plateali e suicidi. Contro le incursioni vandaliche di auto si è ricorsi all'utilizzo di sbarre. Ma urge un presidio di vigilanza e il potenziamento del sistema di videosorveglianza che protegge l'acquedotto vanvitelliano.