Mazzette per rallentare indagini:
bufera sul capo dei vigili e ufficio tecnico

Mazzette per rallentare indagini: bufera sul capo dei vigili e ufficio tecnico
di Mary Liguori
Mercoledì 20 Novembre 2019, 14:54 - Ultimo agg. 15:00
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«Gettoni» per ritardare i controlli, nascondere le denunce, far finta di non vedere abusi edilizi e attività commerciali non autorizzate. «Gettoni» in soldi, motozappe, orologi, un acquario e un posto di lavoro per un’amica. Per mesi, il mercato del baratto di San Tammaro, comune in provincia di Caserta avrebbe goduto di «immunità» grazie ai favori del comandante dei vigili urbani e del capo dell’ufficio tecnico. Che, secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, sapevano che la fiera non praticava il baratto, ma vendite non autorizzate, erano anche a conoscenza di abusi edilizi all’interno della struttura, ma avrebbero messo a tacere segnalazioni e ritardato controlli in cambio di «mazzette». È l’induzione a dare e promettere utilità, in alcuni casi consumata, in altri solo tentata, l’accusa cristallizzata dalla Procura diretta da Maria Antonietta Troncone nei confronti di Giuseppe Vastante, comandante in carica della polizia municipale di San Tammaro, e di Luigi Vitelli, dirigente dell’Ufficio tecnico dello stesso Comune. Il pm, sulla scorta di quanto ricostruito finora, ha chiuso le indagini e si prepara a chiedere il processo per entrambi.
 
Le indagini sui mancati controlli al mercatino del baratto sono partite dopo che i carabinieri lo hanno sequestrato scoprendo non solo le attività non autorizzate, ma anche alcuni abusi edilizi all’interno della struttura. Abusi che il comando vigili e l’Utc avrebbero coperto. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della stazione di Santa Maria Capua Vetere, diretti dal maresciallo Mario Iodice, «Vastante avrebbe abusato dei suoi poteri e delle sue funzioni e preteso dalla titolare l’assunzione alle sue dipendenze di una ragazza di Capua. In cambio avrebbe chiuso un occhio in merito alla presenza di strutture abusive all’interno dell’area gestita proprio dalla parte offesa». Quanto a Vitelli, invece, «avrebbe preteso dalla titolare del mercato una somma di 20mila euro da dividere con lo stesso Vastante e con un’altra persona per la possibile definizione delle situazioni illegittime dal punto di vista urbanistico presenti sull’area mercato». Nella deposizione della titolare del mercatino si è parlato anche di due orologi, ciascuno del valore di 700 euro, consegnati ad entrambi gli indagati. Già nella primavera del 2018, i militari eseguirono una serie di perquisizioni sia negli uffici che nelle abitazioni di Vitelli e Vastante. Ieri, la conclusione delle indagini preliminari preludio del processo. Gli indagati, difesi dagli avvocati Gennaro Iannotti e Vincenzo D’Angelo avranno a breve la possibilità di difendersi dalle pesanti accuse mosse nei loro confronti.
 
Alla luce di quanto emerso, non è da escludere che altri atti sottoscritti dai due dirigenti comunali siano stati passati ai raggi X in Procura. Potrebbero esserci, a questo punto, altre circostanze «opache» sui quali far luce, omissioni sia in tema ambientale che edilizio. Vicende che i pm stanno valutando mentre si preparano all’udienza preliminare che potrebbe sfociare in un processo per concussione a carico di Vastante e Vitelli.
 
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