Gli indagati rispondono a vario titolo non solo di lottizzazione non autorizzata, ma anche di abuso d'ufficio, falsità ideologica e materiale. A far partire l'inchiesta la querela per truffa presentata da alcuni acquirenti degli immobili, che dopo aver firmato dei preliminari, hanno scoperto che la destinazione dei terreni non era residenziale, ma agricola, per cui i manufatti eccedevano in volumetria ed erano dunque abusivi. I carabinieri guidati da Francesco Mandia hanno così accertato che gli originari proprietari dei terreni avevano chiesto al Comune di Capua il permesso di costruire tre unità residenziali e un deposito per prodotti agricoli, senza però essere imprenditori del settore, e sebbene la normativa richiamata nella richiesta prevedesse la realizzazione di un immobile solo; per ottenere l'autorizzazione, i due proprietari avevano anche dichiarato che avrebbero asservito a vincolo di inedificabilità altri suoli confinanti di loro proprietà, nonostante anche su questi terreni vi fossero già degli immobili.
Una serie di falsi che hanno comunque indotto il Comune, nel 2008, a rilasciare il permesso a costruire numero 102; evidente, secondo gli inquirenti, la complicità di alcuni funzionari comunali, che non hanno mai provveduto ad acquisire alla Conservatoria l'atto di trascrizione del vincolo dichiarato dai due proprietari.
Inoltre il cambio di destinazione dei terreni, da agricolo a residenziale, non è mai avvenuto, perché nessuna modifica è intervenuta nel Piano regolatore.