Carcere di Santa Maria Capua Vetere, il provveditore Castellano: «Violenze? Occorre valutare i singoli episodi»

L'intervento del provveditore campano Lucia Castellano durante la visita del viceministro a Santa Maria Capua Vetere

La visita a Santa Maria Capua Vetere
La visita a Santa Maria Capua Vetere
Lunedì 12 Dicembre 2022, 18:23 - Ultimo agg. 20:30
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«Tenere sospese centinaia di persone per un anno e mezzo è un gesto politicamente pesante rispetto al quale l'amministrazione dovrebbe fare una riflessione. Bisogna guardare alle storie di ciascuno». Lo ha detto, rispondendo alle domande dei cronisti, il provveditore campano delle carceri Lucia Castellano durante la visita del vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto al carcere di Santa Maria Capua Vetere per avviare il progetto «Ambiente Colorato».

Castellano è intervenuta sulla situazione, più volte denunciata dai sindacati della polizia penitenziaria, concernente il possibile reintegro al lavoro dei tanti agenti sotto processo per le violenze nel carcere casertano ai danni dei detenuti avvenute il 6 aprile 2020; agenti penitenziari che dopo circa diciotto mesi di sospensione dal lavoro, sono in gravi difficoltà economiche con il compenso che si riduce nel tempo.

I sindacati chiedono la riammissione in servizio almeno di quegli agenti che hanno posizioni giudiziarie più lievi, che sono ancora sospesi. Una situazione peraltro mai accaduta in altri corpi, dove i pubblici ufficiali indagati o imputati, dopo un periodo di sospensione, vengono reintegrati anche se in contesti territoriali ovviamente diversi da quelli in cui è stato commesso il reato.

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«La questione - ha sottolineato il provveditore - non è di competenza regionale ma nazionale», comunque, ha aggiunto, «c'è l'attenzione dell'amministrazione a diversificare le posizioni. L'importante è guardare sempre alle storie di ciascuno, quindi anche storie complicate, difficili, pesantissime come quelle di chi ha commesso questi atti. Bisogna diversificare le storie e le posizioni, ed è giusto a mio parere dare attenzione a chi magari non ha materialmente partecipato e che era solo lì».

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