Violenze nel carcere di Santa Maria,
Ciambriello: «Al più presto giustizia e verità»

Violenze nel carcere di Santa Maria, Ciambriello: «Al più presto giustizia e verità»
Mercoledì 27 Aprile 2022, 13:45
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«Mi auguro che al più presto su quei fatti ci possano essere giustizia e verità». Così il Garante regionale della Campania dei diritti delle persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello, ha commentato il rinvio a giudizio per 107 persone, in particolare poliziotti della penitenziaria e funzionari del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), per le violenze avvenute nell'aprile del 2020 nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere.

«In quelle immagini - ha aggiunto - abbiamo visto poliziotti con il casco consumare reati di violenza e di tortura e non siamo risaliti agli autori.

Mi chiedo come sia possibile, anche a 20 anni dai fatti di Genova, non mettere un numero identificativo sui caschi per coloro che operano nelle piazze, nelle manifestazioni, nelle carceri operano così come deve far riflettere il fatto che su 265 agenti che compivano atti di violenza uno solo degli agenti si è frapposto tra loro e chi subiva».

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«Mi colpisce il fatto che non ci siano state mai denunce interne. Ci sarà stato qualcuno che è entrato al turno successivo, qualcuno che si è accorto che qualcosa era avvenuto». Lo ha detto Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, in relazione al rinvio a giudizio per 107 indagati per le violenze consumate nell'aprile 2020 nel carcere campano di Santa Maria Capua Vetere. Palma ha affermato che «dall'altro personale, non presente ma che opera, mi attendo che sappia denunciare in proprio perché questi comportamenti non sono di appartenenza al corpo ma di una cultura che va sradicata».

«La situazione delle carceri campane non è un caso isolato, un certo malessere c'è in tutte le regioni d'Italia». Lo ha detto Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, intervenuto alla presentazione del rapporto 2021 sulla situazione delle carceri in Campania. Palma ha riferito che «la Campania e la Lombardia sono le regioni maggiormente produttrici di ingressi in carcere e, quindi, richiedono un notevole numero di strutture. Molte strutture e una vasta platea di popolazione detenuta possono portare a più problemi». Il garante ha evidenziato allo stesso tempo che la Campania è una regione «dove c'è moltissimo impegno e vivacità degli operatori a tutti i livelli».

«Chiedo alla Regione Campania un intervento in materia di sanità: siamo la Regione che da 13 anni vive la sanità penitenziaria - ha continuato il garante - e allora stabilizziamo gli operatori sanitari affinchè chi entra in carcere come sanitario sappia che ha un posto di lavoro in carcere, invece che contratti a tempo». Secondo i dati, nel 2021 sono stati 1349 i pazienti, di cui 18 minori, sottoposti a trattamento sanitario per problematiche di salute mentale: di questi il 21,9 per cento, pari a 296, sono stati sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio. Dal garante regionale anche l'invito alle istituzioni a fare di più sul fronte della cultura nelle carceri. «Abbiamo un fiore all'occhiello che è il polo universitario a Secondigliano - ha sottolineato Ciambriello - con 51 studenti e altri 12 sono studiano in altri Istituti penitenziari, ma allo stesso tempo abbiamo anche il più alto numero di analfabeti: 291. Se la cultura libera, se accanto alla certezza della pena ci deve essere anche la qualità della pena, questa passa attraverso il diritto alla salute, il diritto allo studio e il diritto al lavoro».

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