Ztl Caserta, negozianti in rivolta
contro gli orari estivi: «Modificata»

Ztl Caserta, negozianti in rivolta contro gli orari estivi: «Modificata»
di Daniela Volpecina
Giovedì 16 Maggio 2019, 12:00
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Zona a traffico limitato nel centro storico, i nuovi orari mandano su tutte le furie i commercianti. In particolare quelli di via Gasparri, corso Trieste, via Ferrante, via Sant'Agostino. Tutti d'accordo nel definire «inutile» la pedonalizzazione durante la settimana. Il provvedimento, in vigore dal primo maggio scorso, prevede infatti l'attivazione dell'isola pedonale su corso Trieste, via Sant'Antida, via San Carlo e via Pollio, dal lunedì al giovedì, dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 22.30, il venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 3 del mattino mentre il sabato, la domenica e nei festivi dalle 10 alle 3. Via Gasparri tornerà ad essere off-limits alle auto tutti i giorni (e non più solo nel week-end) dalle 21.30 alle 3 del mattino. Anche se sul sito internet del Comune e sulla segnaletica è ancora indicato l'orario di inizio alle 20,30.

Via Mazzini, via Maielli e largo Sant'Elena continueranno invece ad essere interdette alla circolazione tutti i giorni, ventiquattro ore su ventiquattro. Questi orari resteranno invariati sino al prossimo 30 settembre. Diverso il caso di corso Giannone. Qui, nel tratto compreso tra via Sant'Antonio e piazza Vanvitelli, il divieto di transito (attivo dal 29 aprile) è limitato agli orari di ingresso e uscita da scuola e precisamente dal lunedì al sabato dalle ore 7:45 alle 9 e dalle 12 alle 14. Mentre la prima domenica di ogni mese la strada sarà chiusa alle auto dalle ore 10 alle 14.
 
A storcere il naso, in queste prime due settimane dall'entrata in vigore del nuovo dispositivo nel centro storico, sono soprattutto ristoratori e baristi di corso Trieste che denunciano un calo delle presenze e quindi degli incassi. «Non siamo una metropoli dichiarano gli operatori commerciali - e la pedonalizzazione, in questo periodo dell'anno, peraltro con le inusuali condizioni atmosferiche in atto, non fa altro che scoraggiare i possibili avventori, in particolare dal lunedì al giovedì, con notevoli danni economici che si riverseranno a breve su tutta la città».

Da qui la richiesta di abolizione del provvedimento durante la settimana e la rimodulazione degli orari nel week-end. «Sì alla ztl dal venerdì alla domenica, nei giorni festivi e in occasione di eventi e manifestazioni insistono decisamente penalizzante invece chiudere le strade ai veicoli in tutti gli altri giorni quando il centro, e in particolare Corso Trieste, è già sufficientemente desolato. La ztl - sostengono - andrebbe calibrata tenendo conto delle esigenze dei cittadini, dei residenti e degli operatori commerciali. Ma anche delle condizioni atmosferiche, dei flussi turistici e delle abitudini dei consumatori. Non si può attuare un dispositivo di questo tipo senza aver analizzato tutti questi fattori, senza aver contestualizzato il fenomeno e senza essersi confrontati con chi in queste strade vive o lavora. Basti pensare che il Comune non ha mai motivato la decisione della pedonalizzazione».

Invoca chiarezza anche la Confesercenti: «La ztl va sicuramente rivista fa notare Salvatore Petrella, presidente provinciale dell'associazione di categoria perché è indubbio che, così come è strutturata, abbia creato dei danni. E non solo ai commercianti. Chiederemo al più presto al sindaco Carlo Marino di essere convocati per un confronto su questo tema. L'auspicio è che possa essere adottata una programmazione strategica e definitiva al posto di interventi spot che, come è noto, destabilizzano e confondono l'utenza». Sul caso è intervenuta anche l'associazione «Caserta Kest'è» per sottolineare che «la chiusura alle auto di alcune strade, da parte del Comune, non ha fatto altro che aumentare in modo esponenziale il traffico in quelle limitrofe, facendo innalzare a dismisura i livelli di smog in città».

«Tutto ciò - fa notare Ciro Guerriero, presidente dell'associazione senza preoccuparsi di adottare soluzioni di mobilità alternativa e penalizzando in modo massiccio le imprese commerciali, già colpite dalla crisi economica».
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