Jago Museum nella chiesa di Sant'Aspreno ai Crociferi nel rione Sanità

Show con Giuliano Sangiorgi sulle note di Pino Daniele

Jago con Giuliano Sangiorgi
Jago con Giuliano Sangiorgi
di Giovanni Chianelli
Sabato 20 Maggio 2023, 09:03 - Ultimo agg. 13:45
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Un museo per Jago, a Napoli. Un posto dove lo scultore frosinate, da tempo attivo in città, mette in mostra la parte più significativa della sua produzione, a partire da «La Pietà»: è la chiesa di Sant'Aspreno ai Crociferi, nel cuore della Sanità, che riapre al pubblico dopo 43 anni. È la «sua» chiesa dal 2019, dopo che la Sanità Onlus, all'epoca guidata da padre Antonio Loffredo, gliela affidò come laboratorio per i suoi lavori. E a salutare l'inaugurazione dello Jago Museum, ieri sera, con il sindaco Manfredi sono venuti in tanti, a partire da Giuliano Sangiorgi: «Con Jago siamo molto amici, legati da un colloquio artistico e umano. L'idea che ci sia un museo a lui intitolato mi emoziona, sono venuto apposta per festeggiarlo». Il leader dei Negramaro prende una chitarra e intona una canzone, mentre l'artista dà gli ultimi ritocchi con lo scalpello alla statua. Vicino a loro anche un coreografo-star come Luca Tommassini. Sangiorgi saluta pensando all'amico-maestro Pino Daniele: «Napule è».

Il debutto del museo è stata l'occasione per presentare il nuovo gruppo scultoreo «Aiace e Cassandra» in cui Jago riflette sulla violenza di genere (l'eroe acheo è raffigurato nell'atto di violare la profetessa troiana).

Per ora le opere sono 5 ma la collezione verrà arricchita. Da domani il museo è aperto al pubblico e il biglietto di ingresso permette l'accesso anche all'altra sua opera più nota, il «Figlio Velato», ispirato al celebre Cristo di Giuseppe Sanmartino e custodito nella basilica di San Severo fuori le mura. 

Due novità in una, quindi. La chiesa, all'ingresso del borgo dei Vergini, per Jago «è restituita, messa al mondo come un figlio, ancora una volta per accogliere». E poi un museo tagliato su misura per lui: «A Napoli ho compreso cosa vuol dire fare scultura grazie a padre Loffredo, il quale togliendo il superfluo arriva all'essenza delle persone. E così è un onore avere un luogo per le mie opere in questa città cui devo molto». Più un'altra idea che però vedrà la luce tra tempo: nell'ipogeo dell'edificio religioso, di oltre 300 mq, la cooperativa La Paranza, che sin dall'inizio ha condiviso il progetto, sta studiando la creazione di un'accademia della musica napoletana.

Ricorda Loffredo: «Jago ci chiede di voler vivere e lavorare con noi al rione Sanità. Ci ricordiamo della luminosa e vezzosa architettura della chiesa di Sant'Aspreno ai crociferi come possibile sua casa. Abbiamo quindi messo in sicurezza la chiesa che era chiusa da più di quarant'anni e, in poco tempo, un altro spazio sta per diventare luogo». La scelta di destinare lo spazio a Jago, ai suoi progetti e alle sue opere, «è il segno di come la cura della cultura e la cultura della cura siano la sola strada da percorrere per rinascere insieme». 

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«Si chiama Jago museum ma non è il museo di Jago», spiega l'artista: «È un luogo per la collettività in cui ho il ruolo del testimonial per sollecitare l'attenzione sul quartiere e sulla città. Io lavoro un blocco di marmo che può aspettare, chi fa cultura qui affronta invece tematiche urgenti». All'ingresso della chiesa sarà inoltre allestito un infopoint turistico, fruibile 7 giorni su 7, che collegherà tutte le realtà già presenti sul Rione. 

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