«Lo spirito greco e noi», la mostra di Bartolomeo Cristiano

«Il mio lavoro indica un nuovo inizio. tuttavia, perché esista il nuovo, è necessario un campo dissodato»

«Lo spirito greco e noi»
«Lo spirito greco e noi»
Venerdì 23 Dicembre 2022, 19:25
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Il nostro oggi l’intera umanità è immersa in un mondo costituito da una sola categoria temporale: il presente. Un eterno presente privo di orizzonti di senso e prospettive di cambiamento ci assale, soffocando in noi quel respiro profondo e immaginifico che era stato proprio degli antichi e che aveva reso la vita un viaggio magico da compiersi. Nel nostro tempo l’egemonia della tecnica ha ridisegnato l’uomo e il suo rapporto con il mondo. Il futuro è senza corpi; privo di corpi in relazione, di corpi che interagiscono.

La realtà pluriconnessa è solo un ologramma. Privati del corpo, quindi, la vita si smaterializza. Le pulsioni costitutive dell’uomo, l’amore, la morte, i sentimenti risultano congelati, il dolore medicalizzato. La tecnica relega l’uomo a mero funzionario di apparato. Migliore è la sua performance funzionale in misura di efficienza e rendimento, maggiore sarà la ricompensa in denaro. Perduta, ahinoi, è altresì la dimensione del sacro, come d’altra parte aveva già denunciato Nietzsche con la celebre frase Dio è morto, messa in bocca a un folle e pronunciata nel luogo del mercato, segno del fatto che il denaro è ormai riuscito a sostituire Dio. «Il mio lavoro artistico - dice l'artista Bartolomeo Cristiano - intende indicare un nuovo inizio.

Tuttavia, perché esista il nuovo, è necessario un campo dissodato. Il nuovo, per essere tale, esige un passato».

Allora, è proprio al passato che l’uomo contemporaneo deve guardare perché il suo sguardo ritrovi la luce. È dal passato, e in particolare dalla visione del mondo dei greci antichi, fatta di puro spirito, che l’uomo può forse trovare lo stimolo per intraprendere un nuovo cammino. Parlare della grecità significa cogliere l’idea che la vita sia una singolare mistura di vitalismo e pessimismo. L’uomo è il mortale destinato inesorabilmente al buio dell’eterna notte. Se questo è il limite – in greco antico péras- dell’umana condizione, non ci resta che godere appieno della luce del sole che splende e riscalda, bevendo con voluttà il vino del calice della vita. Il mito, l’epica, la tragedia, la ricerca della felicità – eudaimonìa-, la capacità di vivere secondo misura – katà métron -, la concezione ciclica del tempo, la consapevolezza della finitudine dell’uomo, sono i temi e i problemi che ho dipinto sulle mie tele. Lo spirito greco, insomma, è stato semina per il mio lavoro creativo. Lo spirito greco è luce per schiarire il cielo inquieto e privo di senso del Dio Tecnica. 

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