Napoli, la Casa della fotografia nell'Archivio di Stato

Maradona in una fotografia di Sergio Siano
Maradona in una fotografia di Sergio Siano
di Alessandra Pacelli
Mercoledì 8 Febbraio 2023, 09:43
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«Il futuro dell'Archivio di Stato? Diventare un centro culturale. Vivo». Ne è certa Candida Carrino, direttrice di un'istituzione che affonda le sue radici nel passato, ma che sempre più guarda in avanti, continuando a costruire giorno per giorno la sua storia strettamente intrecciata alla storia della città. Ne sono testimonianza il successo della mostra sul giocattolo antico, chiusa pochi giorni fa, che ha registrato 22mila visitatori («Cifre da grande museo, una bella soddisfazione!» commenta la direttrice); l'iniziativa «Scrivimi d'amore», un contest basato sui carteggi sentimentali qui custoditi (a partire dalle lettere della regina Maria Carolina a re Ferdinando di Borbone) con cui l'Archivio festeggerà San Valentino, invitando anche i napoletani a donare lettere di famiglia che qui verranno custodite a futura memoria.

Ma il progetto più corposo a cui si sta lavorando è «La casa degli archivi fotografici», che ha preso il via un anno fa con la vittoria del bando 2022 del ministero della Cultura «Strategie della fotografia», e che vede coinvolti quattro fotografi come Mario Laporta, Gianni Fiorito, Massimo Velo e Roberta Basile, insieme all'archivista Linda Iacuzio.

Una sezione dell'Archivio di Stato viene così dedicata alla fotografia, primo passo per istituzionalizzare un patrimonio molto ricco a Napoli - che vanta fotografi di fama internazionale - e anche un modo per tutelare e valorizzare questo tesoro. L'Archivio già dispone di alcuni fondi fotografici avuti attraverso donazioni, come quello Di Somma del Colle, famiglia nobiliare campana che ha collezionato immagini dell'Ottocento, con alcune che risalgono addirittura al periodo borbonico. «Materiale che versava in uno stato di abbandono e a cui ora finalmente si mette mano», racconta la direttrice.

E Laporta, docente all'Accademia di Belle arti, spiega che il progetto ha tre principali intenti: acquisizione di nuovi archivi, metadatazione dei materiali, accesso al circuito Iccd (Istituto culturale per il catalogo e la documentazione) che censisce tutti gli archivi nazionali per metterli in rete consentendone la facile consultazione a studiosi, studenti e collezionisti: «È sempre più forte, in ambito accademico, la necessità di creare una Casa degli archivi fotografici che raccolga e metta a sistema archivi storici e contemporanei. In città non esiste una struttura che abbia questo mandato di tutela di fondi provenienti da eredità o direttamente da fotografi che abbiano costruito in decenni di lavoro una ricchezza iconografica testimone della realtà urbana, nazionale e internazionale. Siamo convinti che i tempi adesso sono maturi». Primo banco di prova sarà una mostra, probabile inaugurazione in giugno, strutturata su cinque temi di grande potenza visiva: il terremoto dell'80 (evento di cronaca storicizzato), il fenomeno Maradona (personaggio che diventa visione sociale), Pompei (il più forte attrattore turistico-culturale), la Cappella Sansevero (luogo simbolo del centro storico), la Napoli al tempo del Covid. Saranno in esposizione le foto, stampate in formato museale, delle agenzie Newfotosud e Kontrolab e del reporter Massimo Velo, tra i maggiori testimoni degli ultimi 40 anni della storia della nostra città.

Nasce così la Casa degli Archivi fotografici, ospitata negli spazi del vecchio «Dipartimento fotoriproduzioni e microfilmature» dell'Archivio di Stato, che diventerà un vero e proprio riferimento per chiunque si occupi di fotografia: un luogo che oltre a custodire le memorie del passato, mettendole in dialogo con il presente, sarà aperto per incontri, mostre, corsi gratuiti, dibattiti e seminari con maestri dell'obiettivo napoletani e non solo. E sarà in contatto con realtà già strutturate in Italia, come Camera a Torino, o con altre in divenire, come il nascente Archivio Mimmo Jodice a Capodimonte. Provate a immaginare di andare in piazza del Grande Archivio, di varcare l'imponente portale di un palazzo impreziosito da affreschi pazzeschi, soffitti lignei, arredi d'epoca, attraversare sale immortalate da grandi artisti, chiostri di grande bellezza architettonica che, insieme all'immenso patrimonio di documenti storici qui custoditi, concorrono al prestigio di un'istituzione che quando saranno terminati i lavori di restauro si doterà anche di un vero e proprio spazio museale, e che un giorno avrà - questa è l'idea principe - anche una sua galleria fotografica. Intanto già sono attive le collaborazioni con gli studenti dell'Accademia di Napoli, che fanno tirocini proprio sulle tecniche di scannerizzazione e metadatazione. E si lavora anche a una grande mostra, curata insieme all'Anpi, che presenterà in settembre le immagini dell'archivio Lembo sulle Quattro Giornate di Napoli, nell'ambito delle celebrazioni per l'80mo anniversario dei moti spontanei del popolo partenopeo contro l'occupazione nazista della città. Proprio un bell'inizio.
 

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