Napoli, il teatro Bellini torna a risplendere

La grande opera di ristrutturazione

Napoli, il teatro Bellini torna a risplendere
di Ugo Cundari
Sabato 14 Gennaio 2023, 09:20
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Dopo un anno e mezzo di lavori e una spesa di due milioni di euro, il Bellini, teatro privato inaugurato nel 1878 e riconosciuto dal ministero della Cultura di «rilevante interesse culturale» (in Italia ne sono 19, al Sud 4), torna agli antichi splendori architettonici originari dell'Ottocento e investe su una nuova illuminazione, nuovi impianti elettrici e audio, schermi digitali.

Ristrutturato il palcoscenico, aperti nuovi spazi, rinnovati gli uffici in cui lavorano in pianta stabile quaranta persone. «Adesso tocca al Comune, al quale ci siamo rivolti spesso senza mai avere una risposta» dice Gabriele Russo, condirettore della struttura insieme al fratello Daniele e alla sorella Roberta, figli di Tato Russo. «Non chiediamo chissà quale tipo di impegno, e ovviamente non sto parlando di soldi. Più semplicemente vorrei un'attenzione delle istituzioni che fino ad oggi è mancata. Faccio un esempio. La strada sulla quale affaccia il teatro, via Conte di Ruvo, non ha una illuminazione adeguata. Se il teatro è chiuso, la strada è buia. Il Comune potrebbe potenziare l'illuminazione, il che aiuterebbe noi a mettere in evidenza la nuova bellezza della struttura, i nostri spettatori a sentirsi più sicuri la sera». Insomma, conclude Russo, «chiediamo un sostegno sotto forma di maggiori servizi, dei quali poi beneficerebbe non solo il teatro ma anche la zona e la città. Il sindaco Manfredi parla spesso di attenzione alla cultura, noi siamo speranzosi».
La nuova illuminazione sulla facciata dopo il restauro, che sarà attivata tra dieci giorni, è del tipo «strutturale», in grado di dare maggiore suggestione creando effetti visivi più coinvolgenti, e anche «architetturale», in grado di evidenziare come meritano i fregi, le decorazioni, i busti e le scritte dei nomi di cinque musicisti napoletani che prima non si leggevano: Scarlatti, Bellini, Pergolesi, Cimarosa, Paisiello.

«E poi, chiedo maggiore decoro urbano e interventi per evitare che il traffico si congestioni quando l'autobus è impossibilitato a svoltare per via Conte di Ruvo a causa della sosta selvaggia, tollerata anche a ridosso dei nostri ingressi. È inconcepibile, non succede all'esterno di nessun altro teatro storico italiano che le uscite siano ostruite, il che comporta anche un pericolo di sicurezza» dice Russo, giustamente orgoglioso dei lavori effettuati e giustamente preoccupato che la bellezza recuperata non trovi valorizzazione per il degrado dell'ambiente circostante.

 

All'interno del teatro, dal foyer alla platea ai sei piani di palchi, tutti gli spazi sono stati restaurati, i colori riportati a quelli originari. In alcuni punti ripristinato l'effetto gesso, in altri ravvivati gli stucchi e gli ori.

Le lampade sono state tutte pulite e rafforzate di intensità. Le controsoffittature che risalivano a lavori di alcuni decenni fa sono state rimosse e si è tornati ai soffitti originali, con motivi floreali. Grazie ai lavori sono stati recuperati anche i marmi prima coperti da pareti di cartongesso. L'ultima ristrutturazione era stata completata alla fine degli anni Ottanta da Tato Russo, che aveva rilevato il teatro all'epoca in crisi e destinato alla chiusura.

In pochi mesi «superando difficoltà tecniche, organizzative ed economiche, riuscì a riportare l'edificio all'antico splendore per le rappresentazioni. Oggi, anche dal punto di vista architettonico, il teatro torna a risplendere». Tra un paio di settimane sarà aperta una libreria in un nuovo locale ristrutturato di una cinquantina di metri quadri, con ingresso e due vetrine fronte strada, dove lavoreranno due persone. All'interno del teatro ci saranno due bar, uno sempre aperto e l'altro, il cocktail bar, solo in occasione degli spettacoli, dati in gestione a un gruppo di imprenditori.

«Con le serate di musica ospitiamo un pubblico sempre più giovane, e dobbiamo essere in grado di far fronte nel giusto modo alle richieste dei ragazzi. La comunità dei nostri spettatori cresce continuamente, ma non vogliamo più rimanere da soli».

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