Nico Fidenco, il primo tormentone non si scorda mai

Fu il primo in Italia a superare il milione di copie

Nico Fidenco, il primo tormentone non si scorda mai
di Federico Vacalebre
Domenica 20 Novembre 2022, 08:22
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Al Festival di Sanremo del 1961 quella canzone non la vollero nemmeno in gara. La commissione esaminatrice giudicò non avesse «carattteristiche consone alla popolarità della manifestazione». Eppure al teatrino del casinò era anno di innovazioni: la prima volta di due presentatrici donne (Lilli Lembo e Giuliana Calandra), la prima volta di un cantante senza smoking (Gino Paoli, naturalmente), la prima volta di un cantante di spalle, Celentano, secondo con «Ventiquattromila baci», dietro «Al di là», cantata in due versioni: melodica con Luciano Tajoli, da urlatrice con Betty Curtis. Ma di «Legata ad un granello di sabbia» non sapevano che farsene, un verdetto smentito di lì a poco quando il brano fu il primo 45 giri a superare il milione di copie vendute, attestandosi addirittura ad un milione e mezzo.

Il suo autore (con Gianni Marchetti) e interprete, Nico Fidenco, non si capacitava della decisione, ma il suo discografico, il mitico Vincenzo Micocci della Rca, lo spinse a lavorare ancora su quel pezzo, incidendone una, due, tre versioni, fino a decidere di usare la prima.

A quel brano, primo tormentone estivo della storia dell'italica canzonetta, resta legata la carriera di Fidenco, scomparso ieri a 89 anni.

Romano, nato Domenico Colarossi il 24 gennaio 1933, era un laureato in Legge che seguiva le lezioni del Centro sperimentale di cinematografia sino a diventare assistente di Citto Masseli. Fu il regista, che aveva avuto modo di ascoltare la sua voce calda e pastosa, a spingerlo a cantare: Paul Anka voleva troppi soldi per lasciargli usare la sua «Crazy love» per il film che doveva girare, «I delfini», da portare alla Mostra di Venezia del 1960; così Fidenco, ormai trovato il nome d'arte, incise «What a sky», scritta con Cassia e Fusco. Piacque, fu stampata di corsa come singolo, vendette mezzo milione di copie. L'anno dopo venne il Sanremo mancato e quel successo clamoroso di «Legata a un granello di sabbia», che fu fatta uscire con l'inizio dell'estate: 27 settimane in classifica, oltre la metà in prima posizione.

Arrivato al successo non proprio giovanissimo, mise la voce e le canzoni in primo piano, relegando la sua immagine in secondo piano: spesso il suo volto non era sulle copertine dei suoi dischi, sostituito da quello di giovani e piacenti signorine. Ma anche quando dovette esporsi riuscì a restare sulla cresta dell'onda grazie agli exploit di «Se mi perderai» (1963), «Con te sulla spiaggia» (seconda a «Un disco per l'estate» del 1964), «A casa di Irene» (64) e a temi cinematografici come quello per «La ragazza con la valigia» di Zurlini.
Nel 1966 lasciò la Rca per la Parade, l'anno successivo Sanremo gli disse di sì, era l'anno del suicidio di Tenco, lui aveva scritto con Gianni Meccia «Ma piano (per non svegliarti)» e la doppia interpretazione di una svogliata e impreparata Cher non gli fu di aiuto, lasciandolo fuori dalla finale. Resterà la sua unica volta nella terra dei cachi.

Il declino lo spinse a tornare alle colonne sonore, passando dai maestri al cinema di genere»: lo spaghetti-western («All'ombra di una colt» di Giovanni Grimaldi, 1965), la sexploitation («La strana legge del dott. Menga» di Fernando Merino, 1971; «La ragazzina di Mario Imperoli, 1975, debutto desnudo di Gloria Guida; la serie softcore di «Emanuelle nera»; «Porno holocaust» di Joe D'Amato, 1981) l'horror («Zombi holocaust» di Marino Girolami, 1980), i cartoni animati (le sigle di «Don Chuck Castoro», «Hela supergirl», «Godzilla», «Bem»).

Prigioniero, come tanti colleghi, «dell'intronata routine del cantar leggero» (sempre sia lodato il Panella battistiano), si concesse negli anni Ottanta ai richiami della nostalgia canaglia e dell'eterno revival, formando il gruppo dei Super 4 con Riccardo Del Turco, Jimmy Fontana e Gianni Meccia.
Nel 2005 Enzo Gentile scrisse il primo libro sui tormentoni italiani. Titolo? «Legata a una granello di sabbia». Per fortuna che nessuno ricorda più chi c'era nella commissione selezionatrice del Sanremo 1961.

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