La American Philosophical Society riconosce dopo 255 anni l’elezione dell’intellettuale napoletano Domenico Cirillo

È il primo riconoscimento postumo effettuato dall’accademia fondata da Benjamin Franklin nel 1743

Angelica Kauffmann, ritratto di Domenico Cirillo
Angelica Kauffmann, ritratto di Domenico Cirillo
Marco Perillodi Marco Perillo
Sabato 11 Febbraio 2023, 20:21 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 16:43
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La American Philosophical Society, accademia fondata da Benjamin Franklin nel 1743 a Filadelfia, ha inserito nell’elenco dei propri soci Domenico Cirillo, naturalista, medico e patriota della Repubblica napoletana del 1799, correggendo un errore avvenuto 255 anni fa.

È quanto si apprende da un comunicato diffuso dall’illustre accademia statunitense, ove si afferma che l’intellettuale campano era stato erroneamente registrato con il nome “Famitz” nel 1768 e che, grazie alla ricerca e all’attivismo del professor Amedeo Arena dell’Università Federico II di Napoli, tale errore è stato finalmente corretto, tributando a Cirillo il riconoscimento che gli spettava da lungo tempo.

Secondo il professor Arena, l’errore sarebbe scaturito dal fraintendimento di alcune parole di una lettera del 1767, inviata dal Console britannico a Napoli Isaac Jamineau al medico di Filadelfia John Morgan e da quest’ultimo inoltrata alla Society per proporre l’elezione di Cirillo. Nell’ultima pagina della lettera, Jamineau aveva elogiato “My Family Physician … Professor of Botany here … to whom this university is oblig’d for the introduction of Linneas’ System’ (il mio medico di famiglia … professore di botanica qui [a Napoli], al quale questa università deve l’introduzione della tassonomia di Linneo)”, riferendosi a Cirillo, in quel periodo professore di botanica all’università di Napoli e medico di famiglia di diversi dignitari stranieri. Eppure, chi si occupò di dare seguito alla proposta di Morgan, deve aver letto al posto delle prime tre parole, complice l’indecifrabile grafia di Jamineau, “Mr. Famitz Physician”, procedendo all’elezione di un inesistente “Dr. Famitz” al posto dell’intellettuale nato a Grumo Nevano.


Angelica Kauffmann, ritratto di Isaac Jamineau
 

Il professor Arena ha sottoposto tale ricostruzione degli eventi, che riprende e approfondisce la ricerca dello storico statunitense Whitfield Bell, al dott. Patrick Spero, direttore della biblioteca della American Philosophical Society, insieme alla propria analisi della lettera di Jamineau, conservata presso la Historical Medical Library del College of Physicians di Filadelfia. In parallelo, il professor Arena ha avviato una petizione rivolta alla prof.ssa Linda Greenhouse, Presidente della American Philosophical Society, per chiedere pubblicamente il riconoscimento di Domenico Cirillo come socio di tale accademia a partire dal 1768. Tale petizione ha ricevuto un ampio sostegno, da Napoli a San Francisco.

Entrambe le iniziative sono state coronate dal successo: il comunicato della American Philosophical Society riprende infatti diversi punti della ricostruzione proposta dal prof. Arena ed annuncia di aver effettuato, per la prima volta nei propri 280 anni di storia, un’aggiunta postuma all’elenco dei propri soci, riconoscendo l’elezione di Domenico Cirillo ed aggiungendo alla scheda di tale socio una breve biografia, che ne ripercorre i principali meriti.

Il professor Arena ha commentato: «Il pensiero di intellettuali del calibro di Antonio Genovesi, Gaetano Filangieri, Mario Pagano, Domenico Cirillo, Eleonora Pimentel Fonseca, costituisce parte integrante del patrimonio identitario di Napoli, una capitale europea le cui menti più brillanti dialogavano, nel ‘700, con gli intellettuali di tutto il mondo. Per questa ragione, la richiesta di restituire a Domenico Cirillo il riconoscimento di cui era stato privato non poteva esaurirsi in una corrispondenza privata con la American Philosophical Society, ma doveva tradursi in un’iniziativa aperta a tutti coloro che hanno a cuore la cultura napoletana. Desidero ringraziare la American Philosophical Society per aver accolto questa petizione e tutti coloro che l’hanno sostenuta: non solo i numerosi studiosi ed i rappresentanti delle istituzioni, ma anche i tanti, tantissimi studenti che hanno compreso l’importanza di ricordare e riscoprire la grande Napoli che fu, per porre le basi della Napoli che sarà».

Le prime reazioni relative al riconoscimento di Cirillo sono arrivate proprio da Filadelfia, ove ha sede la American Philosophical Society.  

«La storia di una lettera fraintesa, che ha indotto Thomas Jefferson a cercare invano l'inesistente ‘Dr. Famitz’ invece di rivolgersi a Cirillo, è una dimostrazione pratica dell’importanza dell’attenzione al dettaglio in ogni impresa accademica», ha affermato Robert Hauser, executive officer della American Philosophical Society. «Sebbene Cirillo avesse preso atto della propria elezione in seno all'American Philosophical Society e Whitfield Bell avesse fornito importanti elementi per la risoluzione di tale enigma un quarto di secolo fa, è in nome di ciò che Benjamin Franklin definiva la 'promozione della conoscenza utile' e grazie all’impegno di Amedeo Arena che la nostra accademia ha finalmente deciso di correggere tale errore, riconoscendo l’elezione di Cirillo a partire dal 1768».

«Sono molto lieto dell’aggiunta del nome di Domenico Cirillo al pantheon dei nostri primi soci» ha dichiarato Patrick Spero, direttore della Biblioteca della American Philosophical Society. «Cirillo è stato un botanico italiano di prim’ordine ed un convinto sostenitore del sistema di Linneo, un’invenzione che rivoluzionò la scienza permettendo a studiosi di Paesi e lingue diverse di confrontarsi attraverso una tassonomia universale. I soci della American Philosophical Society, nel 1768, riconobbero i meriti di Cirillo ed è meraviglioso osservare come il confronto tra documenti conservati in diversi archivi abbia permesso agli studiosi di oggi di fare luce su una vicenda così antica. Ciò dimostra quanto è importante la funzione svolta dagli archivi e come lo studio del passato possa fare la differenza, anche nel presente».

La Console Generale d’Italia a Filadelfia Cristiana Mele ha commentato: «La ricerca storica ci mostra come, sin dai tempi più remoti, le idee non avessero confini: dopo 255 anni e grazie alla tenacia del prof. Arena, Domenico Cirillo trova il suo giusto posto nella lista dei membri della American Philosophical Society, riportando alla luce un antico legame tra l’Italia e Filadelfia, una città dove la presenza italiana continua a essere visibile e attiva anche al giorno d’oggi».

«Questo riconoscimento è molto importante per la comunità italoamericana, che attraverso il proprio lavoro ed il proprio ingegno si è affermata negli Stati Uniti ai più alti livelli del governo, dell’università, delle professioni e dell’imprenditoria» ha dichiarato il prof. Antonio Giordano, presidente della Sbarro Health Research Organization presso la Temple University di Filadelfia e membro del direttivo della National Italian American Foundation, una delle organizzazioni più rappresentative della comunità italoamericana. «Da medico e ricercatore di origini campane sono onorato che la più antica accademia statunitense abbia riconosciuto il napoletano Domenico Cirillo tra i propri primi soci. Ringrazio il prof. Arena per l’impegno profuso in questa ed in altre iniziative volte a riscoprire e rafforzare il legame che unisce Italia e Stati Uniti».

Anche a Napoli la notizia del riconoscimento di Cirillo da parte della American Philosophical Society è stata accompagnata da diverse dichiarazioni. 

Il prof. Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli, già Rettore dell’Università Federico II, ha dichiarato: «desidero rivolgere i miei più sinceri complimenti al prof. Amedeo Arena per aver ottenuto un risultato di grande valore per la città di Napoli e per l'intera Città metropolitana: l’iscrizione postuma dell’intellettuale napoletano Domenico Cirillo come primo socio italiano dell'American Philosophical Society di Filadelfia. Questa iniziativa non si è esaurita in un confronto tra studiosi, ma ha visto la partecipazione e l’impegno delle migliori energie partenopee e d’oltreoceano. La correzione di questo errore, avvenuto 255 anni fa, rappresenta il riconoscimento non soltanto del ruolo internazionale che la cultura scientifica napoletana aveva nel ‘700, ma soprattutto del profondo legame che, ancora oggi, unisce Napoli agli Stati Uniti».

La prof.ssa Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina e chirurgia dell’Ateneo Federico II, ha dichiarato «È con soddisfazione che apprendo della decisione dell'American Philosophical Society di iscrivere Domenico Cirillo, medico napoletano, in qualità di primo socio italiano, riparando così a un errore 'materiale' e storico.

Il riconoscimento, da parte di tale accademia, dell'importanza che il lavoro di Cirillo, medico e naturalista, ha avuto nel mondo scientifico rappresenta il giusto riposizionamento nella storia del ruolo internazionale che fin dai secoli scorsi ha avuto la cultura scientifica napoletana. Con la conclusione di questa vicenda si restituisce alla nostra comunità accademica e scientifica il posto che le spetta» ha commentato la prof.ssa Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina e chirurgia dell’Ateneo Federico II.

Il prof. Paolo Caputo, direttore dell’Orto botanico di Napoli, ha sottolineato che “la figura di Domenico Cirillo è stata di grandissimo rilievo per la cultura e la società della sua epoca e la condanna a morte dello studioso per ragioni politiche è prova dell’ingratitudine che talvolta gli Stati dimostrano verso i propri cittadini migliori. La rettifica del registro dei soci dell’American Philosophical Society, nel quale, dopo oltre 250 anni, è stato finalmente oggi inserito il nome di Cirillo è un atto che, nel suo valore simbolico, rende doverosa postuma giustizia al respiro internazionale del grande scienziato meridionale. Ringrazio il prof. Arena che, con determinazione e abilità, ha ricostruito le ragioni dell’errore e ha promosso la petizione che ha condotto alla sua rettifica».

La prof.ssa Renata De Lorenzo, Presidente Società Napoletana di Storia Patria, ha dichiarato: «Varie suggestioni si incrociano nel riconoscimento postumo di Domenico Cirillo da parte della American Philosophical Society, prima fra tutte quella del messaggio umano e culturale  trasmesso in questa ricerca della verità, frutto della convinzione del mondo scientifico internazionale del nostro secolo sul valore della figura del botanico, zoologo, entomologo, fisiopatologo, clinico e medico sociale di questo personaggio del secolo XVIII. Tradizioni familiari e impegno personale nelle scienze, sfida sociale e politica culminata nella morte in seguito al ruolo avuto nella fallita repubblica napoletana del 1799, sono le caratteristiche dell’uomo contestualizzato nella circolarità delle idee settecentesca. La comunità scientifica, grazie anche al ruolo delle Accademie, era al corrente del fermento napoletano nel campo delle scienze. Domenico Cirillo, tramite esperienze fatte all’estero, ristrutturò la ricerca botanica in termini linneani e fu la testimonianza di uno dei momenti più felici della capacità del Mezzogiorno di dialogare con l’Europa e di fornirle modelli».

L’avvocato Riccardo Imperiali di Francavilla, rappresentante degli eredi Filangieri presso il Museo Civico Filangieri ha commentato: «La vita di Domenico Cirillo è stata visceralmente legata, per periodo e pensieri, a quella del mio avo Gaetano Filangieri, senior. In quel contesto di illuminismo partenopeo, periodo fervido e ancora tanto da riscoprire, violentato nel triste epilogo del 1799, i due hanno potuto dare un contributo di cui ancora gioviamo, chi nella legge e chi nelle scienze. Gaetano aveva come sogno di trasferirsi in America, di questo vi è traccia negli scritti che conserviamo al Museo, in cui scambia i propri pensieri con Benjamin Franklin, lo stesso Franklin fondatore della American Philosophical Society di cui oggi scopriamo Cirillo membro. È affascinante come questa vicenda abbia rischiato di non emergere mai per un equivoco: l’epiteto con cui veniva presentato come ‘medico di famiglia’, fu confuso, complice una non eccellente grafia, con il cognome e così Cirillo è stato nei registri, fino al certosino lavoro di ricerca del Professor Arena, un inesistente ‘Dr. Famitz’. Che l’analisi della parola ‘famiglia’ consenta di ritrovare una storia che è cara alla mia di famiglia, mi intenerisce particolarmente e rinnova, ancora una volta, il senso di orgoglio che ho per chi ci ha preceduto e di cui la città sempre dovrebbe essere fiera».

L’avvocato Benedetto Migliaccio, Presidente dell’Accademia Filangieri Della Porta, ha dichiarato: «L'iniziativa del prof. Arena, nata all’esito di tre eventi su Domenico Cirillo organizzati dalla nostra Accademia, ha restituito al celebre illuminista napoletano l'onore che gli era dovuto: essere il primo socio italiano della prestigiosa American Philosophical Society. Mi piace pensare che siamo solo all'inizio di un lavoro di riscoperta della Napoli del ‘700, una capitale europea i cui intellettuali si relazionavano, da pari, con gli studiosi di ogni parte d’Italia e d’Europa. Con gli studiosi americani avremo a breve un altro appuntamento: nel carteggio tra Filangieri e Franklin è possibile scorgere, infatti, la grandezza ancora negata dell'illuminismo napoletano, per il cui riconoscimento ci batteremo ancora, ostinatamente, anche in nome dei martiri del 1799».

Il prof. Gennaro Rispoli, direttore del Museo delle arti sanitarie e di storia della medicina di Napoli, ha dichiarato: «Il Museo si compiace per il riconoscimento postumo di Cirillo quale socio dell'American Philosophical Society, riconoscimento reso possibile dall'approfondito studio documentale compiuto dal prof. Arena. Cirillo è stato un illustre medico e filosofo e la sua metodologia clinica ripercorre il sistema filosofico ippocratico-galenico derivato dal pensiero aristotelico. Questo riconoscimento è la conferma della dimensione internazionale della fama che l'ingegno di Cirillo ha giustamente meritato».

Il dott. Arturo Armone Caruso, membro del Comitato di studi cirilliani ed autore di numerosi saggi e lezioni su Cirillo, ha commentato: «Domenico Cirillo indubbiamente meritava di essere annoverato tra i componenti dell’American Philosophical Society e la sua iscrizione postuma rappresenta un doveroso riconoscimento. Cirillo infatti era ben inserito nel contesto culturale americano di quell’epoca. Ciò si desume da alcune parole dei suoi Discorsi Accademici, in cui egli metteva in evidenza due aspetti importantissimi, relativi ai percorsi di umanizzazione sociale: il primo è relativo alle condizioni dell’ospedale e delle prigioni; il secondo riguarda il nativo Americano, che corre in aiuto del suo amico moribondo Europeo, riportato nel capitolo intitolato ‘Le Cagioni della Sensibilità». 

Nella stessa direzione il commento del dott. Francesco Montanaro, presidente dell’Istituto di Studi Atellani: «Accogliamo con immensa soddisfazione il riconoscimento a Domenico Cirillo da parte della American Philosophical Society, che rappresenta la conferma del valore mondiale degli studi e dell'opera di questo nostro conterraneo».

Lo studioso spagnolo José Vicente Quirante Rives, autore di diverse pubblicazioni su Cirillo e cittadino onorario di Napoli, ha commentato: «Penso che l'iniziativa del prof. Arena abbia un enorme valore simbolico, poiché restituisce un onore dovuto al grande napoletano che fu Domenico Cirillo e dimostra le connessioni internazionali della Napoli del ‘700. La tenacia del prof. Arena è riuscita a restituire un tassello importante alla personalità ricca e complessa di Cirillo, botanico, medico, uomo politico e scienziato con una importante rete di contatti in Europa e America, a dimostrazione del ruolo internazionale che Napoli aveva nella seconda metà del diciottesimo secolo. Oltre all’importanza storica, penso che l'iniziativa del prof. Arena contenga anche una importante lezione per la Napoli di oggi, cioè la necessità di riscoprire e coltivare la propria dimensione europea e internazionale, superando qualsiasi tentazione autoreferenziale, sempre sterile. Ritengo che Napoli non abbia bisogno di falsi miti, né di vittimismo storico o pretese autonomiste basate su letture poco rigorose del passato. La forza di Napoli è sempre stata e sempre sarà nella proiezione in un contesto più ampio, di respiro internazionale, aperto, curioso, colto e serio».

Non si sono fatte attendere le reazioni a livello nazionale, da parte di accademie e società scientifiche, alcune delle quali annoverano Cirillo fra i propri primi soci.

Il prof. Corrado de Concini, presidente della Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, ha commentato: «La nostra Accademia apprende con grande soddisfazione del riconoscimento postumo di Domenico Cirillo come socio della American Philosophical Society. Domenico Cirillo, così come Benjamin Franklin, è stato tra i primi soci fondatori della nostra Accademia, che nasce nel 1782 con il nome di Società Italiana, per ‘associare le cognizioni e l’opera di tanti illustri Italiani separati’, un atto fondativo che aveva una evidente portata politica e patriottica, oltre che scientifica, nel secolo delle grandi rivoluzioni. Ringraziamo iI prof. Amedeo Arena per questa necessaria riscoperta e cogliamo l’occasione per ribadire l’importanza delle fonti documentarie storiche e della loro conservazione e valorizzazione. Proprio in questi mesi siamo impegnati nel censimento degli scritti scientifici dei nostri soci fondatori, tra cui Domenico Cirillo».

«La Società Italiana di Storia delle Medicina manifesta il proprio vivo apprezzamento per il pieno, giusto riconoscimento da parte della American Philosophical Society di Domenico Cirillo come uno dei suoi soci», hanno commentato il prof. Adelfio Elio Cardinale ed il prof. Alessandro Bargoni, rispettivamente presidente e vicepresidente di tale Società. «Domenico Cirillo, brillante esponente della cultura scientifica dell'illuminismo napoletano, fu molto attivo nella comunità europea dei savantes del suo tempo; fu apprezzato tanto a Parigi quanto a Londra. Fu corrispondente dei più illustri scienziati europei e italiani. Egli rappresenta certamente, per la vastità e originalità dei suoi studi scientifici, una figura di grande importanza della cultura italiana».

Il prof. Alessandro Chiarucci, presidente della Società Botanica Italiana, ha dichiarato: «Siamo lieti di apprendere che l'American Philosophical Society di Filadelfia abbia provveduto alla correzione dell'errore di trascrizione avvenuto nel 1768. Domenico Cirillo, celebre botanico ed entomologo napoletano, fu membro della Società Botanica Fiorentina, fondata nel 1716 da Pier Antonio Micheli, che è l'antesignana della nostra Società, fondata nel 1888. In ambito botanico, Domenico Cirillo fornì un notevole contributo alla conoscenza della flora dell'Italia meridionale, descrivendo alcune decine di specie sino ad allora sconosciute. Fu corrispondente di Carlo Linneo, che gli dedicò Cyrilla L. (Cyrillaceae), un genere di piante su cui si fonda un'intera piccola famiglia di piante a fiore (Cyrillaceae Lindl.) native dell'America tropicale. La Società Botanica riconosce il ruolo di Domenico Cirillo e si felicita per il lavoro storico fatto dal Prof. Amedeo Arena per riconoscere i meriti di un botanico italiano di grande prestigio».

Il Prof. Goffredo Sciaudone, presidente della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Napoli ha dichiarato: «Cirillo è stato socio onorario dell’Accademia di Scienze e belle lettere di Napoli, antesignana della Società Nazionale che ho l’onore di presiedere. In tale veste, desidero esprimere il mio più vivo compiacimento per il riconoscimento postumo di Cirillo come socio della American Philosophical Society, che attesta il profondo legame tra le accademie napoletane ed americane fin dal ‘700».

Il prof. Massimo Mori, presidente dell’Accademia delle scienze di Torino, ha dichiarato: «Abbiamo appreso che Domenico Cirillo, naturalista, medico e patriota della Repubblica napoletana del 1799, è stato riconosciuto Socio della American Philosophical Society di Filadelfia, correggendo un errore di trascrizione avvenuto nel 1768 che aveva portato all’elezione, al posto di Cirillo, di un inesistente ‘Dr. Famitz’ di Napoli. Essendo stato Cirillo Socio della nostra Accademia dal 1783, esprimiamo la nostra più viva soddisfazione per la correzione dell'errore». 

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