Camilleri, fenomenologia di Montalbano: «Un eroe esotico e casereccio»

In libreria il quinto Meridiano Mondadori dedicato all'autore siciliano

Andrea Camilleri
Andrea Camilleri
di Francesco Mannoni
Sabato 18 Marzo 2023, 08:35 - Ultimo agg. 15:55
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Andrea Camilleri sempre più classico tra i classici: a meno di quattro anni dalla morte, arriva in libreria un quinto Meridiano che Mondadori gli ha dedicato, Altre storie di Montalbano 2003 2019 (pagine 1.856, euro 80), che contiene sei romanzi del ciclo del commissario di Vigata (da Giro di boa a Riccardino), e una raccolta di racconti. L'opera conferma l'inossidabile popolarità dell'autore e come «l'onda sismica camilleriana», non si sia placata, tendendo anzi a rinsaldare il solido rapporto con milioni e milioni di lettori vecchi e nuovi.

Come racconta il curatore Mauro Novelli, che insegna Letteratura e cultura nell'Italia contemporanea presso l'università Statale di Milano, individuando la chiave magica del successo della saga dello scrittore (Porto Empedocle 6 settembre 1925 - Roma, 17 luglio 2019) nella lingua adottata, anche se «lo pseudo-vigatese non basta a spiegare gli entusiasmi che Camilleri ha saputo suscitare.

L'impressione è che non ci sia una chiave sola, ma un mazzo intero: l'umorismo irresistibile, gli scenari suggestivi, i dialogati incalzanti, le storie in cui modernità e tradizione si intrecciano, la capacità di riformulare gli stereotipi... e naturalmente il profilo di un personaggio memorabile come Montalbano, esotico e casereccio al tempo stesso».

Novelli parla di uno «scrittore meticcio»: «Nelle storie del commissario c'è un linguaggio ibrido, meticcio, lo stesso dei suoi personaggi. Alcuni sostengono che Camilleri scrivesse in siciliano, ma non è affatto vero. Il suo "vigatese" si fonda sulla mescolanza di italiano e dialetto, ancora oggi così tipica della conversazione reale in tanti parti del nostro Paese. Il punto è che in Camilleri il dialetto non è una semplice spezia gettata sul piatto per insaporirlo, ma diventa funzionale alla comprensione delle vicende. Basta una parola, un gesto, anzi una... taliata».

Il curatore mette sotto la lente di ingrandimento la solitudine di Montalbano: «Camilleri insiste sulla solitudine del suo eroe sino ai limiti del paradosso, neanche fosse uno di quegli investigatori privati americani di una volta. Singolo inquilino di un'isolata villetta in riva al mare, figlio unico, senza genitori, la fidanzata lontana migliaia di chilometri, la squadra tenuta a debita distanza nelle indagini... Quasi un misantropo, ma non un asceta: il commissario si concede diversi piaceri, tutti rigorosamente solitari: la lettura, e persino la cucina. Niente tavolate caciarone, ma pasti deliziosi da consumare senza seccatori, in religioso silenzio». Poi ci sono anche le donne, certo.
Ma torniamo alla lingua, a come si differenzia tra il Camilleri/Montalbano e il Camilleri non Montalbano: «L'autore è sempre attento a variare la sua miscela in ragione dei generi prescelti. Per cui, ad esempio, nei gialli spinge un po' meno il pedale del dialetto e dello sperimentalismo, rispetto ai romanzi storici. Ma anche nelle storie di Montalbano si è permesso tanti exploit, contando sulla fiducia dei lettori. Penso ad esempio all'ultimo romanzo della serie, Riccardino, in cui inscena una disfida pirandelliana fra il commissario letterario e il suo alter ego della serie tv».

La tv ha reso giustizia al suo personaggio: «La sua esperienza teatrale, e di adattamenti televisivi, è stata cruciale per lui, innanzitutto nella capacità di costruzione delle scene e nella resa dei personaggi a partire dalla loro voce. Non è un caso, poi, che in molte storie di Camilleri si registri una tendenziale scomparsa del narratore: nella Concessione del telefono si alternano ad esempio "cose dette", cioè virgolettati, e "cose scritte": verbali di polizia, articoli di giornale, lettere... perché Camilleri è stato anche uno straordinario falsario. Di tutto questo si è giovata la fiction con Zingaretti, serie italiana più vista di tutti i tempi».

Anche il quinto Meridiano conferma «l'estrema consapevolezza dello scrittore delle peculiarità dei generi in cui si è provato: il giallo, ma anche il romanzo storico o la fiaba. Proprio negli anni in cui Savinio definiva il giallo italiano un'imitazione malriuscita di un prodotto estero, Gramsci constatava l'egemonia straniera nel campo narrativo italiano. Con il nuovo millennio, finalmente la nostra narrativa di genere è riuscita a imporsi trasformando il giallo italiano in un prodotto nazionalpopolare che ha saputo farsi amare anche all'estero. In questo ribaltamento Camilleri ha avuto un ruolo cruciale. Pensiamo poi alla sfilza di giallisti di successo comparsi dopo Montalbano nella collana "Memoria" di Sellerio: Gianrico Carofiglio, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Francesco Recami, Alessandro Robecchi...».

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