Bonelli Editore, i fumetti e l'intelligenza artificiale: «Ecco come è nata la copertina realizzata con Midjourney»

«Se c'era qualcuno che aveva il diritto e la coerenza di poter utilizzare un robot per disegnare la copertina quello era Nathan Never...»

Bonelli Editore, i fumetti e l'intelligenza artificiale: «Ecco come è nata la copertina realizzata con Midjourney»
di Emanuela Di Pinto
Martedì 6 Dicembre 2022, 07:10 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 10:32
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«I fumetti sono favole per adulti» diceva il grande editore e fumettista Stan Lee, uomo dietro a personaggi come Spider-Man, X-Men e Iron Man. Una mente visionaria che ha saputo capire non solo le tendenze del mondo comics ma anche anticipare (e favorire) l'integrazione dei fumetti in mezzi di distribuzione di massa come il marchandising, il cinema e la tv. Nonostante in moltissimi siano convinti del contrario, il mondo dell'illustrazione è un eccellente finestra nel quale poter analizzare al meglio l'evoluzione tecnologica nell'editoria, grazie alla continua applicazione di metodologie di lavoro alternative.

Una di queste tecniche riguarda sicuramente l'uso dell'intelligenza artificiale nella realizzazione di copertine o intere tavole create con programmi che, con il semplice utilizzo di parole chiave, danno luce a vere e proprie opere d'arte.

Nonostante in Italia non sia particolarmente diffusa questa pratica, a novembre la Bonelli Editore ha dato il via ad una sperimentazione di questo tipo con una variant (variazione della copertina standard che arriva in edicola) del n. 379 di Nathan Never, fumetto che la casa editrice porta avanti da oltre trent'anni. Abbiamo parlato del processo creativo alle spalle di questo lavoro con colui che lo ha direttamente pensato e realizzato, il fumettista Sergio Giardo. «Quando si è affacciata nel nostro ambito l'intelligenza artificiale mi sono detto che se c'era qualcuno che aveva il diritto e la coerenza di poter utilizzare un robot per disegnare la copertina quello era Nathan Never, una serie di fantascienza». Tentativi di realizzare fumetti utilizzando questa tecnica vengono portati avanti negli Usa da diverso tempo. In Italia si è dinanzi ad uno dei primi veri esperimenti di una grande casa editrice nel dare vita ad una corpertina in questa maniera. Nonostante ciò nell'ambiente sembra che ci sia ancora un pò di reticenza a riguardo. «È una sperimentazione che per quanto riguarda il mio lavoro finirà qui - dice Giardo - auspichiamo che queste nuove tecnologie non siano ancora in grado di sostituirci per molto tempo».

Il lavoro fatto da Sergio Giardo conferma quanto l'intelligenza artificiale, nonostante sia basata su matematica, non porti ad un risultato perfetto. In questo caso, infatti, si parla di uno dei programmi AI più diffusi del momento, Midjourney, capace di creare immagini ed interi quadri visivi solo attraverso parole chiave o una semplice descrizione. «Il mio obiettivo era anche mostrare i limiti del mezzo - ha chiarito Giardo - non ho volutamente ritoccato l'immagine (...) continuano ad avere molti difetti sia dal punto di vista compositivo sia per quanto riguarda le anatomie dei personaggi».

Un discorso che di anno in anno diventa sempre più complesso anche grazie all'introduzione nel mondo dell'illustrazione di tecnologie digitali capaci di facilitare il lavoro degli artisti. 

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Il prepotente arrivo dell'AI e la sua evoluzione sempre più prorompente mette sicuramente in crisi il ruolo degli illustratori anche sulla più complessa questione dei diritti d'autore. «L'intelligenza artificiale potrebbe diventare un mezzo per le piccole case editrici che non hanno esigenze specifiche e che devono evocare immagini generiche» ha spiegato l'illustratore approfondendo il tema del valore editoriale di prodotti di questo tipo. «Una volta ci si rivolgeva alle banche dati d'immagini ora con un semplice abbonamento (come su Midjurney) si possono applicare diritti d'autore sulle immagini create e sfruttarle per avere un risultato più adeguato. In casi come questo, forse, l'AI diventa già più risolutiva».

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