Camillo Linguella Gaeta ultimo atto: l'assedio che segnò la fine dei Borbone

Il nuovo romanzo d'amore, con personaggi inventati, in un contesto rigorosamente storico

Camillo Linguella
Camillo Linguella
di Aniello Sammarco
Mercoledì 15 Marzo 2023, 12:00
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Il 4 maggio 1860 i garibaldini partono da Quarto per andare a liberare la Sicilia. Fra essi il giovane partenopeo Giacomo Lorenzi, in fuga da Napoli anche per l'amore, non corrisposto, di Maria Ammaturo. Sulla terrazza della sua villa a Torre del Greco il marchese Catello Maria Carafa, pieno di titoli ma non di patrimonio, e il ricco commerciante parvenu Giovanni Ammaturo hanno saputo del tentativo di Garibaldi e ne pronosticano un'ingloriosa fine. Parte da quest'episodio il docu-romanzo Gaeta ultimo atto, scritto da Camillo Linguella per la casa editrice torinese Yumebook. Una storia d'amore senza lieto fine, che si distacca dallo schema classico nel quale spesso la vicenda viene trattata, per far risaltare la parte romanzata. Tutto trae spunto da un fatto che precede la fine del Regno delle due Sicilie: facile dunque inserire il volume nel filone della storiografia neoborbonica, aprioristicamente considerata come reazionaria e considerata falsamente propensa a distaccarsi dalle fonti storiche. In Gaeta ultimo atto il romanzo d'amore, con personaggi inventati, si svolge in un contesto rigorosamente storico, quello relativo ai fatti più esaltanti, dolorosi e significativi che hanno chiuso il Regno delle Due Sicilie: l'assedio di Gaeta. «Un episodio - spiega l'autore - spesso ignorato dalla storiografia ufficiale, oppure appena accennato. Invece fu un riscatto nobile di una dinastia ingiustamente screditata».

Camillo Linguella, sociologo e meridionalista, è nato a Torre del Greco nel 1945. Negli anni 70 si è trasferito a Roma. Laureato in Sociologia, si è molto impegnato nel welfare previdenziale, senza mai tralasciare lo studio del meridionalismo. La sua passione per Napoli e la napoletanità lo hanno indotto ad approfondire le vicende storiche, economiche e sociali del Sud che hanno preso forma in Ferdinando III Esposito-Borbone (Teseo Editore 2006), romanzo accolto con favore da pubblico e critica. Ha poi pubblicato un saggio sui Borbone di Napoli, Il Regno delle Due Sicilie-Storia di un regno maltrattato. In tema previdenziale, è stato autore del libro Welfare ieri, oggi, domani, vincitore del premio Ipost 2010. 

Restando a Gaeta ultimo atto, Linguella spiega: «Il giorno che precede l'arrivo di Garibaldi a Napoli, il 7 settembre 1860, il giovane re Francesco II, alla testa dei suoi reggimenti, lascia la capitale e si rifugia in terra laziale, da dove poi partirà per l'esilio.

Né sorte migliore toccherà a Garibaldi. A Gaeta si consuma la resistenza inaspettata dei soldati napoletani che ribalta il cliché dell'esercito di Francischiello, reputato e rappresentato come una riedizione dell'armata Brancaleone. Soccombono decimati dal tifo e dalla fame, in un assedio che durerà tre mesi, da novembre 1860 a febbraio 1861. Sconfitti non dalle armi nemiche ma da un'epidemia. Il 13 febbraio 1861 Francesco II si arrende e il 14 parte per l'esilio. Finisce così il regno e di fatto comincia la questione meridionale».

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