Corpo libero, graphic novel rivela i lati oscuri del mondo della ginnastica artistica

La voce delle sceneggiatrici e le illustrazioni di Giulia Rosa

Corpo libero, il thriller psicologico sul mondo della ginnastica artistica
Corpo libero, il thriller psicologico sul mondo della ginnastica artistica
di Emma Onorato
Giovedì 24 Novembre 2022, 19:21
7 Minuti di Lettura

Un thriller psicologico che racconta i retroscena di uno sport fatto di volteggi e leggiadria, sì, ma anche di abusi e violenze. La graphic novel, Corpo libero - in uscita oggi per Hop! edizioni - è una pubblicazione che riflette la drammatica realtà che avvolge il mondo della ginnastica artistica.

Sono tanti i dolori e i sacrifici che caratterizzano il percorso di vita di una ginnasta. La sua carriera sportiva inizia sin dalla tenera età. Dall'atleta si esige una cura estenuante del corpo; il suo fisico deve costantemente lottare contro il tempo per restare piccolo ed agile. Così l'ascesa verso il successo - che comporta duri allenamenti, gare, e una rigida disciplina - sembra che debba essere forzatamente raggiunta in tempi brevi. Un libro che nasce dalla serie Corpo Libero, a sua volta ispirato all'omonimo romanzo di Ilaria Bernardini. L'autrice - oltre al suo libro - ha abbracciato anche la sceneggiatura della graphic novel insieme a Chiara Barzini, Ludovica Rampoldi e Giordana Mari.   

Ilaria ha studiato il mondo delle ginnaste molto da vicino. La sua curiosità è nata attraverso i reality: «Tanti anni fa facevo un programma che ho creato per Mtv: Ginnaste vite parallele. Le telecamere riprendevano le atlete della nazionale di ginnastica artistica italiana. Ho passato tanti anni con loro - racconta l'autrice - Mentre facevo questo programma è nata una fascinazione sempre più grande per il mondo della ginnastica artistica, un fascino che mi ha stravolto. Così ho iniziato anche a studiare la ginnastica artistica praticata in Cina, in Inghilterra e in Australia, e sembrava esserci una grande metafora legata alla vita».

Atlete che non vivevano un buon rapporto con il loro corpo: «Queste ragazze coltivavano un sogno che però racchiudeva un'esperienza dolorosa. Giovani atlete che cercavano di rimanere piccole il più al lungo possibile. Il loro corpo era costantemente guardato e giudicato dalla giuria e dagli spalti - continua a spiegare Ilaria - Vivevano in modo negativo il processo di crescita corporea. Temevano d'invecchiare. Pensieri  che solitamente vengono elaborati dalle donne in età più matura che hanno anche strumenti per elaborare la sensazione del proprio corpo, o la sensazione del dolore. Le ginnaste, invece, hanno vissuto questa esperienza in modo prematuro, tutto è avvenuto più rapidamente».

Con Corpo libero si toccano temi delicati. Un lavoro di sceneggiatura che ha impegnato le autrici per quasi tre anni: «È una graphic novel che cerca di tenere insieme tanti aspetti diversi: il thriller, il romanzo di formazione, la storia d'amore». Si affrontano  tematiche sul corpo della donna, sulla sua libertà  «temi che dovevano essere segretamente nascosti in un thriller che funzionasse», ma con Corpo libero emerge anche il concetto di «unico corpo, unico cuore», ovvero il tema ricorrente della «sorellanza e dell'unione tra le ragazze». Martina, Carla, Nadia, Anna e Benedetta sono le protagoniste del fumetto. Giovani atlete del Vis Invicta, il club partenopeo di ginnastica artistica femminile. «Quello che sembra un ambiente molto duro, che inizia con delle rivalità tra le ragazzine, poi invece si rivela essere una famiglia scelta - continua a spiegare Ilaria - Quando si è immersi in un ambiente di violenza, alcune delle ragazze replicano gli stessi gesti degli abusanti. Ma la guarigione, la speranza, risiede nel sapersi guardare l'un l'altra e nel sapersi ascoltare. Così insieme al tema del dolore, del corpo, e della paura, emerge anche il tema dell'unione, della ribellione e della sopravvivenza».   

Che personalità hanno le protagoniste di Corpo libero? «Ognuna è diversa dall'altra.

Alcune di loro hanno una forza esplicitata. Ad esempio Carla si manifesta molto forte ma in realtà nasconde delle fragilità. Quando parla con sua madre si sente che è stata obbligata proprio da lei a mantenere quel ruolo. Invece Nadia è una ragazza molto ironica, fa ridere le altre, e ha una sorta di passione e ossessione per Carla e Martina». Bernardini continua la descrizione delle atlete focalizzandosi su Martina: «Lei inizia questa storia come se fosse una ragazza debole, una ripescata, poi comincia il cammino del guerriero. In lei si riscopre una forza segreta che fa pensare che forse è proprio lei la più forte di tutte. Mentre Anna e Benedetta, quelle che le altre definiscono "le inutili", passano da questa brutta e inverosimile versione affibbiata, a una più solida che rispecchia in modo più veritiero la loro esistenza. Poi ci sono le ragazze delle altre squadre, come Angelica e Caterina, che rappresentano il concetto dell'altro. Un concetto che fa pensare come sia facile giudicare da lontano le altre persone. Ma appena c'è un avvicinamento tra Martina e Angelica, quest'ultima non tarda a diventare una di loro. Non è più la nemica, ma una da proteggere, una con cui combattere».

Il thriller psicologico inizia con il ritrovamento del corpo di una giovane uccisa nella notte: «un caso che cambia per sempre la vita di queste adolescenti». Anche l'epilogo è drammatico e la sceneggiatrice spiega il motivo di questa scelta: «Racconta cosa succede quando comprimi con la violenza e in modo smisurato. Si può rompere chiunque. Si può distruggere una persona, si può rompere la lucidità, la mente s'imprigiona, non è più libera. E un corpo costretto, che ha perso la sua  libertà, può portare alla distruzione».

Così uno dei messaggi che Ilaria sceglie di lanciare con la pubblicazione di Corpo Libero è racchiuso in una parola: Libere! Un messaggio rivolto al presente ma che guarda con occhio attento anche alle future generazioni. «Una parola che ho dedicato alle mie nipoti, e quindi le femmine della mia famiglia - poi spiega - La lotta che fanno queste ragazze per riappropriarsi della loro libertà è il messaggio più potente, è segreto di questa storia. Bisogna essere libere, combattere, proprio come stanno facendo alcune farfalle della nazionale italiana che hanno finalmente denunciando gli abusi. C'è bisogno di  rompere il muro del silenzio».

Corpo libero racchiude un lavoro tutto al femminile. La voce delle sceneggiatrici si è unita a quella delle illustrazioni di Giulia Rosa. «Ho voluto dire la mia attraverso il racconto delle mie immagini - spiega la giovane disegnatrice - Le ragazze sono dovute diventare una macchina in costante ricerca della perfezione, una perfezione inumana. Una macchina che non piange, che non dice mai no e soprattutto una macchina che non cresce». Il corpo è il tema centrale dei suoi disegni: «Un corpo che si trascina dietro anche tutta la potenza dell'adolescenza - spiega Giulia - Le protagoniste sono delle adolescenti con una ribellione molto distruttiva». Emozioni che si traducono in immagini. Disegni che racchiudono un lavoro fortemente creativo; cosa non sempre semplice quando si toccano temi così delicati. «Ma le immagini più difficili da realizzare sono state quelle che riguardano l'anatomia del corpo di una ginnasta - racconta Giulia - Loro hanno un corpo specifico e bisogna essere rigorosi nel realizzarlo». Così spiega come le illustrazioni del fumetto portano avanti il racconto in modo lineare. Poi aggiunge: «Alcuni momenti, invece, sono a tutta pagina perché mettono in evidenza l'emotività delle protagoniste».

Tra le varie immagini rivela anche quella a cui si sente più legata: «Il disegno che preferisco è quello dove ritraggo Martina che, durante una posa di ginnastica artistica, viene trattenuta da alcune radici. Sono radici un po' demoniache, mostruose, perché non ti saldano al terreno facendoti puntare verso l'alto, ma sono delle radici che ti trascinano giù».

A cosa si è ispirata l'artista? «Ho preso spunto dalla serie Corpo libero - prodotta da Indigo film Network movie - Ma non c'è un mood grafico, ho voluto ricreare  l'ambiente oscuro e tossico che si cela dietro lo sport». Le sue illustrazioni sono interamente digitali (sono realizzate su iPad e finalizzate con programmi di elaborazione grafica). L'artista racconta il lato oscuro del mondo delle ginnaste con uno stile grafico che ripone molta attenzione sulla scelta dei colori. «Utilizzo dei colori monocromatici come il rosa, che ho utilizzato per illustrare gli allenamenti e gli aspetti più emotivi delle protagoniste, per poi passare al blu e alle sue sfumature per descrivere altri momenti, come quello dell'interrogatorio». Poi tiene a sottolineare un dettaglio: «Le uniche tavole che sono colorate in modo realistico, sono quelle in cui si racconta la verità, oppure quando esplode l'emotività delle protagoniste». C'è quindi un'evidente chiave di lettura che lega le emozioni delle ginnaste con la nuance di colori scelti dall'illustratrice.

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