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Tutto quello che avreste voluto sapere sull'Inferno di Dante

Un volume che lascia senza fiato per il pregio della qualità editoriale dell'opera

Dante Alighieri
Dante Alighieri
di Andrea Mazzucchi, Guido Trombetti
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 31 Gennaio 2023, 08:34
3 Minuti di Lettura

Ha visto la luce il primo tomo della Divina Commedia, l'Inferno, a cura di Enrico Malato edito dalla casa editrice Salerno. Il volume si inserisce nel progetto di costruire una «nuova edizione commentata delle opere di Dante ed è mirato ad offrire al pubblico internazionale degli studiosi (e anche dei semplici lettori colti) del poeta un'edizione di riferimento affidabile nei testi, riveduti alla luce degli apporti più recenti della filologia dantesca... un tentativo di argomentata sintesi dei progressi compiuti dagli studi danteschi negli ultimi decenni».

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Si tratta indubbiamente di un capolavoro editoriale. Parliamo qui della reazione istintiva che si produce in chiunque abbia la fortuna di vedere il bellissimo volume. Reazione che per certi versi prescinde dalla qualità, certamente eccezionale, del commento al capolavoro dantesco.
Si tratta infatti di un volume che lascia senza fiato per il pregio della qualità editoriale dell'opera. Qualità della stampa nitida e precisa. Della scelta del corpo dei caratteri. Dell'alternanza sapiente ed accorta del corsivo, del grassetto e del carattere normale riservato ai versi. Della carta adoperata. Della copertina elegante quanto sobria...

Al primo sguardo ci si rende conto del lavoro ciclopico che ha richiesto la realizzazione dell'opera. Della fatica materiale, oltre che intellettuale, che deve aver richiesto il reperimento e la sistemazione organica della infinità delle note, dei commenti, dei riferimenti bibliografici che costituiscono il contenuto dell'opera, insieme ovviamente ai 34 canti dell'Inferno. Parliamo di un volume di 756 pagine che sembrano scritte d'un sol fiato.

Ogni canto prevede la premessa di una breve descrizione del percorso narrativo, note cronologiche e contestuali, e una bibliografia essenziale (sic! Essenziale!). La pagina tipo prevede in genere una o due terzine in carattere normale e poi, in genere, più di quaranta righe in carattere corsivo e/o grassetto fitte fitte di commenti, osservazioni, rimandi, citazioni.

Sostanzialmente una summa di quanto nel tempo sia stato scritto a commento dell'Inferno, arricchito anche da letture ed interpretazioni originali. A essere sinceri che un simile prodotto sia il risultato del lavoro di un sol uomo e non di una nutrita squadra di filologi danteschi ha dell'incredibile. Eppure è così.

Il curatore dell'opera ha dedicato alla sua redazione anni ed anni di un lavoro quotidiano sistematico attingendo ad un mare di fonti. Ma ancor più alla sua sconfinata cultura di insigne studioso.

Nulla è tralasciato di quanto negli anni prodotto sulla materia in oggetto. Nulla è lasciato al caso nelle scelte tipografiche ed editoriali. E ci sembra di vederlo Enrico, ogni mattina alla sua scrivania, lavorare alacremente all'ombra di pile di libri, appunti, documenti. Senza mai cedere, neanche per un attimo, come pure sarebbe stato umano, alla tentazione di alzare bandiera bianca a fronte di un'avventura di caratura ciclopica.

E ci piace immaginare che a sostenerlo nella sua impresa e a dargli nuovo vigore nei momenti di stanchezza sia stato l'eco della voce di Ulisse «Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza».

In realtà per Enrico questa intrapresa è diventata un motivo di vita, cosa che provoca in tutti noi un incontenibile moto di affetto e simpatia. Oltre che di gratitudine per la ricchezza di sapere che il suo impegno ci ha regalato. Il nostro intervento vuol semplicemente essere un riconoscimento allo straordinario lavoro compiuto da Enrico Malato ed al risultato che ne è conseguito. Restiamo ovviamente in trepidante attesa del Purgatorio e del Paradiso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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