De Crescenzo, ritratto di filosofi pop

De Crescenzo, ritratto di filosofi pop
di Ugo Cundari
Martedì 20 Aprile 2021, 08:11 - Ultimo agg. 21 Aprile, 09:44
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Appena arrivato in libreria, La grande filosofia per menti curiose (Mondadori, pagine 242, euro 16,90) di Luciano De Crescenzo raccoglie una selezione della vita e delle opere di cinquanta pensatori, da Talete a Rousseau passando per Socrate, Galilei, Kant, Vico, usciti nelle storie della filosofia firmate dall'autore. La novità è che, ad accompagnare i testi, ci sono le illustrazioni di Paolo D'Altan, premio Andersen 2011 come migliore illustratore italiano. Nello stile dell'inventore di Bellavista, scomparso nel luglio del 2019, insieme alle teorie dei pensatori raccontate con parole chiare e semplici, ci sono anche gli aneddoti, per far capire debolezze ed umanità dei più grandi pensatori di tutti i tempi.


Un giorno dei bambini, avendo sentito cantare Anassimandro in un coro, lo hanno preso in giro perché stonava, al che sembra che il filosofo greco si sia rivolto ai compagni dicendo: «Signori, per cortesia: cerchiamo di andare a tempo, ca si no 'e peccerille ce sfottono!».


Dopo la morte di Platone, tra gli aspiranti a succedergli alla guida dell'Accademia c'era Aristotele. Il prescelto fu un raccomandato, ossia Speusippo, il nipote del defunto. Deluso, Aristotele si ritirò in un paesino dove, lui serio e amareggiato, perse la testa per la sorella del tiranno locale. «Lo so che è difficile immaginarsi Aristotele innamorato (sembrerebbe quasi una contraddizione in termini), ma, come dice Callimaco, anche i carboni, quando sono accesi, brillano come stelle».


Socrate un giorno «si fermò davanti a un negozio di Atene e, guardando la merce esposta, esclamò stupito: Ma guarda di quante cose hanno bisogno gli ateniesi per campare!».


Bacone è stato talmente lungimirante da prevedere, in un suo libro, le possibili invenzioni del futuro. «Ci parla di navi a motore, di automobili, di aeroplani, di gru e di sommergibili.

Be', più veggente di così non avrebbe potuto essere! Solo la televisione non aveva previsto».


Leonardo si circondava di ragazzetti, uno di questi «un certo Giacomo, anche detto il Salaì, un efebo di dieci anni di straordinaria bellezza, con il capo coperto di riccioli biondi», lo derubò continuamente ma il genio vinciano non riuscì mai a trovare la prova regina, né a farlo confessare, né a dimostrargli con un ragionamento inconfutabile la sua colpa.


Sono davvero così simili l'Utopia di Tommaso Moro e La Repubblica di Platone? «Lo sostiene qualche maligno, ma a leggerli con attenzione ci si rende subito conto che non è vero. La Repubblica è più un'anticipazione del nazismo, laddove Utopia precorre solo il comunismo».


Machiavelli, tra una pausa e l'altra di Il principe, se ne andava all'osteria a bere e giocare a dadi. Martin Lutero si fece frate dopo che un fulmine lo sfiorò. A dimostrare che la saggezza non sta nell'equilibrio ma nella varietà di conoscenze, c'è Saggi, capolavoro di Montaigne che sta a indicare «quali sono le sue vere intenzioni, quelle, cioè, di saggiare le esperienze che ha fatto nella vita per cavarne il significato».


La curiosità di Pascal non aveva limiti: «Una volta a tavola qualcuno toccò il piatto con un coltello. Ne venne fuori un rumore e lui volle subito conoscerne il motivo. Il giorno dopo ci scrisse sopra un trattato. Aveva dodici anni». Contro Spinoza assoldarono un killer perché la smettesse di mettere in dubbio la fede ebraica. Rivolgendosi a Vico, l'ingegnere che si fece umorista, scrittore, regista, divulgatore del pensiero e della letteratura antica, sottolinea: «Bisogna aspettare tre secoli prima che ti dedichino una via». A lui, grazie all'impegno della figlia Paola e a Renato Ricci, almeno una targa, a vicoletto Belledonne, è arrivata a un anno dalla morte.

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